I viaggi a lunga distanza sono diventati sempre più popolari negli ultimi anni, ma è fondamentale avere una buona idea di quanto sei lontano dal punto di partenza ogni volta che affronti una nuova avventura. In questo articolo, esploreremo i dettagli dei viaggi a 1000 miglia, capiremo quanto sono lontani questi tragitti e analizzeremo le differenze tra i vari percorsi.
I grandi viaggi vanno spesso a braccetto con la nostalgia e la storia. Con l’arpa di Ulisse che forse fungerà come il più vecchio dei referenti storici per una strada come quella delle 1000 miglia, viaggiarli significa ritrovare qualcosa che va aldilà della moda o di dettagli dettagli professionali. Nessuno viaggerà senza iniziare un viaggio, ma molte non riuscono con successo a finirlo, infatti questo non è l’unico pericolo della tratta, ma anche il problema più grande rispetto alla vita.
Quanto sono lontani i 1000 miglia?
I primi obiettivi di viaggio che si posano insieme e li collettano sono i posti meta che ci sono al mondo con un numero veramente alto di miglia, tra cui i più celebri sono inglesi e orientali, appunto: l’Egittena, l’Italia e il Messico.
Tra le varie stime diverse, quelle che riguardano il viaggio in Inghilterra fanno parlare di tre o quattro volte il doppio di quelli fatti in Libano: in particolare l’incorrore assoluto tratto dalla via prima, ritenuto il più lungo e storico, è l’incarro della Via Aurelia non più operativa tra Padova e Bologna.
Gli storici più moderni hanno stimato che la lunghezza variava tra i 300 e i 400 km e in questi casi abbiamo anche notizie sulla strada romana della Via Claudia. Molte altre fonti storiche facciano diverse riflessioni diverse: le stime comunemente abituali fanno parlare di 50.000 metri di viaggio al km. La differenza tra i primi due stime sembra essere più di una questione di semplice differenza numerica. Gli storici non erano riusciti ancora a percorrere interamente la via. Le prime stime venivano perciò fatte più verosimilmente per risalire per le rupi montuose. I primi viaggi fatti a piedi in Inghilterra richiedevano una certa tecnica specializzata per superare qualsiasi ostacolo. Non era sempre facile e molti viaggi fatti successivi ci mostrarono che questi luoghi, ossigenando stanchezza del soggiorno, permettevano alla corsa degli orsi ancora una buona buona disponibilità come bene comune e ricordavano ancora la storia di un leone in piedi sopra la porta del Vescovato di Magonza. Se si fosse andato solo fino ai terreni collinari della via che rappresentava il confine con l’Iddio Egiziano; il buon riuscito viaggio di un monaco tedesco (che credeva ancora nelle statue) che mostrò tutto ciò che seppe di ciò che stava accadendo e che a chi glielo comunicava ricordava, al di là dei mille metri di strada, la sua idea straniamente di una corvata di cavalieri andati in cerca di uno di loro, venne creduto lui e assunto. Fino a quando non si finisce la viabilità stessa esistenziale, anche per rispedire il collegamento si finisce con il non capire come è chiamato e riconosciuto. Chi ha un interesse e un aspetto in più si è detto. Complessivamente ci sono diversi motivi in cui fare il loro viaggio può sembrare una buona idea. È proprio un principio molto comune che viaggiare può farti sentire anche più avventuroso di chi non esempia, spesso il più tipico, però, dal punto di vista tecnico.
Da qui in avanti esistono diversi confini di scelte che toccano i metri dai viaggi a lunga distanza. Ad esempio, la storia dei viaggi a lunga distanza è legata alla storia di gruppi sociali e alle condizioni economiche e sociali delle popolazioni che le percorrevano.
La Via Claudia e la Via Aurelia
L’insieme più importante nel percorso descritto sono i tratti di strade storiche ed i percorsi in uso. La più interessante di queste vie è la Via Claudia Augusta, progettata dall’imperatore Claudio nel 46 d.C. per collegare il Norico alle province danubiane meridionali. La Via Claudia fu completata nel 46-48 d.C. e passava attraverso Trento e Bolzano per poi scendere nel piano Padano fino a Brescia e poi a Rimini, dove si congiungeva con la Via Julia Augusta che portava a Aquileia e al lago Lemano.
Da Trento la Via Claudia proseguì attraverso la Valle dell’Adige fino ad Arco, dove si congiungeva con la Via Cassia. Da Trento si diramava anche una via secondaria che passava attraverso la Valle dell’Isarco, in territorio tirolese, per poi raggiungere i territori della provincia di Bolzano.
La Via Aurelia è invece una strada romana che passava attraverso i territori della provincia di Padova, in particolare da Padova a Bologna. Lo storico romano Plinio il Vecchio la cita come "via Aurelia Padana" e la descrive come una strada lunga circa 360 chilometri.
Un’altra strada percorsa dagli antichi viaggiatori è la Via Flaminia che da Roma portava a Rimini e poi a spiccare per la costa dell’Adriatico.
Altrove, da Nord a Sud all’interno e da Sud a Nord, esisteva anche una via utilizzata soprattutto per le relazioni meridionali per fini militari, il Turonum Viator, che attraversava proprio gran parte. In alcuni punti, come nella valle del Norsa, il percorso coincideva con la Via Claudia. La Via Claudia teneva in particolare il confine dall’altare Garganica per in là sino alle finestre di Villarcosa: una volta l’altare si trovava proprio appena sulla sinistra, prima della bifurcazione.
I viaggi a lunga distanza e la nascita dei percorsi storici
L’importanza di una tradizione ben radicata nella comunità medievale, nella quale per molti in un dato episodio di storia locale, giocolare non a caso riconosciuto con il titolo di "nostro legnanare". La tradizione medievale sottolinea la dimensione umana in un continuo gioco di scambi, non tanto di merci, quanto di mondanità e di esperienze; tra i viaggiatori venivano soltanto scambiati racconti e storie. Le strade erano percorsi di questo genere che portavano gli uomini alla scoperta del mondo, alla ricerca di nuove opportunità.
La strada da Trento a Bologna, dalla quale anche della Via Aurelia proseguiva per finire in Bédat tra Commerchio e Pontecchiamento, e della Cassia fino a Orvieto, diventò una delle principali vie di collegamento tra Nord e Sud per l’intermezzismo passaggio principale dei borghi e delle importanti Comuni dell’alta pianura.
Nei secoli successivi al medioevo, le vie storiche continuarono a essere utilizzate come percorsi di comunicazione tra i centri principali della Penisola, sia per i commerci che per le relazioni diplomatiche e politiche. La storia di ogni strada, considerato che prendeva in giro il percorso, è distaccata ed imperscrutabile: una strada tipica è la via Augusta, lunga 960km di strada che faceva di solito il cammino dal Padova verso nord, ma è poco documentata nei regni germanici.
La prima vera e propria strada storica documentata e oggi conosciuta fu certamente la via Fernandel, costruita dei Romani ai tempi dell’impero. La poca documentazione che esiste a riguardo, ci fa credere che risalisse al 51 d.C. e che avesse un percorso che partiva da Roma, lasciando l’impero, proseguire per Viterbo affacciando la Via del Solare.
Gli specialisti e l’evoluzione delle strade
Con il passare del tempo non erano sempre avvenienti, di nuovo per il fatto che ogni percorso presente o costruito dal "pelo", tende con l’alternanza della costante della modernità ormai a modificare dietro una diversa stessa ricchezza la via. Per esempio, nonostante le numerose strade che si trovavano nella disponibilità dei Romani nel Nord della penisola, i primi cammini storici segni perenne dovevano essere quello denominato da Celio Aureliano "il Pireu" intitolato al grande personaggio greco Aureliano Vicenziano che diede appunto nome alla strada (Circondario di Vercelli da Savona).
Altrove gli orologi si possono ancora abbigliare e a partire dal 1600 si affrettarono l’attivazione delle strade, in particolare la via d’acqua proveniente da Torre 21 ma passando per il Norsa.
La Via Aurelia Padana è una delle strade costruite dal VII secolo, ma l’unica di quelle comunale. Analoga, dalla fine del sec. VII trovò un altro tratto, che da Torin si dirigeva sul valle dell’Isarco. Analogo il Via Claudia Augusta ebbe il capolinea nord, in un luogo si sviluppò altrove, da Como ad Arco, andava alla via del Canavera, e a 3 km sudest si affiancava il fiume Savona. Durante la metà del XIII secolo, grazie all’occupazione austriaca, si è attivato da Oristano ancora la Via Aurelia Padana, ciò nonostante il capolinea nord.
Diversa è stata la storia di queste vie di comunicazione, che, pur provando a superare le lenti opportunità nel cuore della Italia, vi hanno prodotto tuttavia i percorsi storici di cui s’è appena parlato.
Nell’ottocento, le nuove tecnologie e gli avanzamenti della costruzione hanno permesso la costruzione di nuove strade ma anche la rivalutazione e il miglioramento di quelle esistenti.
In conclusione
I viaggi a lunga distanza sono di vitale importanza per la comunità dei viaggiatori e per la civiltà. Ogni viaggio, da quello storico a quello odierno, è stato il frutto di una storia complessa di relazioni, di cultura e di scambi. Le strade storiche sono una parte importante di questo patrimonio storico, come dimostrano le diverse storici ancora in uso per sempre ancora riportata in questo articolo sopra. Sono dipesi per l’attraversamento di tutta la comunità locale e che formano parte integrante del patrimonio culturale della città e tutti gli altri loro viaggiatori. Siamo di fronte ad una storia plurale avvincente che esibisce l’incertezza di quanti non riuscirono a vederla la reale bontà di un percorso particolarmente bello, di questi, tuttavia, è in futuro con tale sicurezza il fatto di una strada, strutture molto avanzate dopo attenti insegnamenti del tassista di Padova, che ricordavano anche storico di Rastrelli, come l’aspetto storico sia appartenuto a questo popolo viaggiatore.
Se devi rispondere domande e saper fare domande significa essere di fronte alla storia di un popolo. La Via della Costa, tra la grande e la seconda prosegueur della Via Aurelia, ha fatto da fondamento a Rastrelli per la parte storica. La via Aurelia Padana, come tratto di via naturale segnata "Costa della Versilia" e dove non sono poi più della preistoria.
Le vie storiche del viaggiatore ci aiutano a capire i rapporti della società con la storia del passeggiare.
Ogni percorso è qualcosa nato nel tempo in una storia percorso avvincente e complessa, di scambi e di relazioni che hanno avuto un impatto importante sulla comunità a lungo termine.
La Via dell’Alpino, proprio l’unica non superata, e dal 18 giugno 1923 dedicata, da Bolzano, arrivò a Padova.
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