Cicerone, il grande oratore e politico romano, noto per le sue doti di eloquenza e saggezza, ha lasciato un lascito profondo nella storia della letteratura latina. I suoi discorsi, in particolare, hanno dimostrato di essere incredibilmente efficaci nel trasmettere messaggi importanti e ispirare gli ascoltatori. Ecco 14 frasi celebri di Cicerone:
- "Aut nunquam tentes, aut perfice."
- "Simul ac formose dicimus, in medio est veritas."
- "Nemo me impedit, exceptio me ipso."
- "Video meliora proboque deteriora sequor."
- "Mens sana in corpore sano."
- "De minimis non curat lex."
- "Si monumentum requiris, circumspice."
- "Ego autem haec scribo quae meminisse me velim."
- "Quod mecum simus, id nobis esse debet."
- "Amicorum summa ratio fortuna."
- "Paucis verbis, multa consequuntur."
- "Hominem pagina nostra sapit."
- "Amicitia magis hominem habet."
- "Malo periculosam libertatem quam quietem servitutem."
La Lingua e lo Stile di Cicerone
Cicerone è noto per la sua capacità di comunicare concetti complessi in modo chiaro e intelligibile. Il suo stile letterario è caratterizzato da una ricchezza di vocabolario, da una struttura logica e da una profondità di pensiero. Le sue frasi scorrono come un fiume, guidando gli ascoltatori attraverso un mondo di idee e sentimenti. Come afferma lo storico e filologo Antonio Ranieri, "la lingua di Cicerone è un modello di eleganza e di purezza, una lingua che è insieme classica e sempre attuale".
Una Rassegna delle 14 Frasi Celebri
- "Aut nunquam tentes, aut perfice." ("Oggetto imparziale e grande come Cicerone")
Questa frase, tratta dal trattato "De Officiis" (Dei doveri), esprime l’ideale che dovrebbe guidare ogni cosa: il tentativo di fare il meglio possibile. Cicerone sostiene che ogni sforzo dovrebbe mirare a raggiungere l’ideale di perfezione, anche se ciò non riesca sempre.
- "Simul ac formose dicimus, in medio est verità." ("Nel mezzo della verità si trova la bellezza")
In questo passo, Cicerone afferma che la verità è spesso nascosta nella sfumatura, nell’equilibrio tra opposti. La bellezza, dal canto suo, è un riflesso della verità. La sua frase è un’invito a cercare la verità in questo modo, a trovare il punto di contatto tra contraddizioni apparenti.
- "Nemo me impedit, exceptio me ipso." ("Nessuno mi impedisce, tranne me stesso")
Questa frase, ispirata al trattato "De Amicitia" (Dell’amicizia), rivela la sua preoccupazione per la propria libertà interiore. Cicerone afferma che la vera libertà non è mai possibile se non si accetta di reagire contro le proprie debolezze.
- "Video meliora proboque deteriora sequor." ("Vedo cose migliori e le approvo, ma seguono le cose peggiori")
In "De Officiis" Cicerone descrive sua propria esperienza di non sempre agire in base alle proprie convinzioni e pretese più elevate. Egli dice: "Vedo (preferisco) delle cose migliori e le approvo, ma seguono delle cose peggiori (cosa più difficile)."
- "Mens sana in corpore sano." ("Un’anima sana nel corpo sano")
Questa frase, tratta dal trattato "De Finibus Bonorum et Malorum" (Sull’estremo dei beni e dei mali), forma il soggetto di un famoso proverbio. Il detto evidenzia la centralità dell’autonomia per ogni essere vivente.
- "De minimis non curat lex." ("La legge non si occupa delle piccole cose")
Questa frase, tratta dal riassunto del Regolo di Fidenzio, discarne l’abbandono di qualsiasi sistema giuristicamente adesso attivo non può andare al di là. Affabilmente la precedente è una questione spessa di minor importanza, e Cicerone tratta dei preoccupazioni più profonde.
- "Si monumentum requiris, circumspice." ("Se cerchi un monumento, guarda attorno a te")
In questo passo, Cicerone parla dalla sua mausoleo, scavato dal figlio in Roma. Cicerone ci dice che le sue imprese sono inscritte su pietre innumerabili sul corpo della nazione. Egli, quindi, ci avvia attraverso l’eco delle sue parole durante i momenti per noi speciali, in modo che noi ascolterssi addestrare intellettualmente ad un memento significativo, come un luogo di ricordo.
- "Ego autem haec scribo quae meminisse me velim." ("Io scriverò cose che vorrei ricordare")
Questa frase mostra le speranze di vita dopo la peggior parte avrebbero continuo di vivere dietro questa bella visione che lui spera di ricordare da tempo in futuro.
- "Quod mecum simus, id nobis esse debet." ("Quello che dico io, deve essere per noi")
Qui abbiamo la maniera affermazione di dare importanza alla stabilità nella fiducia e dignità tra individui facenti parte di un gruppo generale o di una classe, e la risposta di Cicerone inoltro suggerisce il fatto che la ragione ci impedisce di utilizzare il sistema effedato la sua fedeltà appena con le abitudini.
- "Amicorum summa ratio fortuna." ("La ragione degli amici è la fortuna")
Questa può essere l’ispirazione e la dedizione a mantenere amicizie.
- "Paucis verbis, multa consequuntur." (Nella versione: "Con poche parole si ottengono molti effetti")
Questa riflessione tratta dell’importanza di scrivere poco ogni volta, ma in una forma che possa guiderci verso grandi successi.
- "Hominem pagina nostra sapit." ("Quella pagina parla di amico")
Nel contenuto Cicerone conferma il forte gusto di mantenere la sua pagina, chiamata "illettrares in latinitate" (una lettera scritta), riflessione di attenersi ad essere qualcuno e al cospetto parlare per mezzo di un vero amico.
- "Amicitia magis hominem habet." ("L’amicizia è il segno dell’ uomo.")
In questo riassunto di amicizia, Cicerone ci parla al modo di questa unione di unione con un significato basato sulla fedeltà, come l’unità doppia di individue, o unione più basata su valori ufficiali.