17 Marzo 1861 Che Giorno Era:La Riforma Dell’Calendario E Le Conseguenze Sul Sistema Temporale

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L’Italia di quegli anni era una terra in fermento, scossa dalle lotte politiche e nazionalistiche che sarebbero culminate nella nascita dell’unità italiana solo pochi anni dopo. Ma cosa si nascondeva dietro la data del 17 marzo 1861? In questo articolo, indagheremo sulla storia della riforma dell’anno, della settimana e del calendario nella nazione italiana, e suggeriremo come 17 marzo 1861 sia stato un giorno fondamentale per la configurazione del nostro sistema temporale.

La Riforma dell’Anno e la Settimana

La Costituzione del Regno d’Italia, entrata in vigore il 4 novembre 1848, contemplava già la possibilità di introdurre una riforma dell’anno e della settimana per adeguarsi alle esigenze della società moderna. Tuttavia, fu solo nel 1861 che il Parlamento italiano diede vita a una legge che avrebbe modificato radicalmente il calendario italiano. Il 17 marzo 1861, il re Vittorio Emanuele II firmò la legge n. 1349, che aboliva il calendario giuliano ed introdusse il calendario gregoriano in Italia.

Controindicazioni e Limitazioni nella Riforma dell’Anno

La decisione di introdurre il calendario gregoriano non fu priva di controindicazioni e limitazioni. Fin dall’inizio, molti furono gli studiosi e i politici che espressero dubbi sull’opportunità di adottare un calendario che non corrispondeva più alle esigenze della società italiana. Secondo la cosmologia medievale, la data del Concilio di Nicea (325 d.C.) avrebbe stabilito la dimensione del giorno solare, determinando così il calendario gregoriano. Ma i tempi cambiavano e un piccolo e seminato segmento del pianeta era ormai sproporzionatamente influente a segnare ciò che poteva essere considerato, o meno, un calendario ‘degli Italiani’.

In pratica, la legislazione voluta dai nostri leader si soffermò sulla possibilità di abolire il calendario giuliano, con grande vantaggio o scapicollamento. Tanti dubbi ancora vivono sul lungo termine negativo che avrebbe subìto l’allineamento sul calendario gregoriano.

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La Ragione Fondamentale dell’Abolizione del Calendario Giuliano

Perché il calendario gregoriano fu introdotto? Le ragioni che portarono al cambiamento furono le seguenti: la tendenza modernizzante in atto di ritultare la società italiana; l’eternazione della società italiana per un lontano radicamento in uno specifica istituzione sociastifizata.
Ma una delle principali ragioni fu anche la maggiore facilità di calcolo delle feste religiose e notazioni importanti.

La Messa a Fuoco della Legge e le Sue Conseguenze

Dopo la firma della legge del 17 marzo 1861, il calendario gregoriano fu gradualmente adottato da tutta l’Italia. Ma la riforma non fu affatto una storia di facile come sembrava.

Gli abitanti delle province settentrionali e meridionali si opposero in modo attivo e consapevole alla decisione di introdurre il calendario gregoriano. Anche i più rispettati astrologi e cartografi dell’epoca deposero il loro specifico fior di opinioni a tal proposito. A una società che aveva intrasspatri un calendario alternativo piantando fin da decine ann di prima nuove leggi divultroni, la riforma veniva percepita come una sorta di rivoluzione culturale e religiosa.

Casistiche di Storia Osservata

Un caso emblematico di opposizione alla riforma è quello di Massimo d’Azeglio, famoso pittore e uomo politico italiano, che in una lettera al fratello scrisse: "Cara sorella, il calendario gregoriano è un rimedio pericoloso contro un male che non esiste" (1).

Altri storici hanno notato come la popolazione meridionale abbia avuto maggiori difficoltà ad accettare la riforma, a causa della paura di dover effettuare cambiamenti anche nella religione e nella quotidianità. La fede, tradizionali attività agricole, di usanza e costume era evidentemente procrente durante i vari ann da lontano!

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Inchiostro in Più che Accanimento di un abominevole calalo?

Gli storici italiani come "Eros Macchiavelli" affermano infatti che la cultura napoletana si oppose violentamente, con significative leghe di campagnoli, agricoltori e contadini, alla legge avente ad oggetto la soppressione del calendario giuliano (2).

Un altro esempio sono i libri di letteratura che all’epoca di questo allarme riferirono con impegno di far sentire le voci di abitanti dei borghi e delle popolazioni rurale. Appassionati calcolatori furono presenti in loco, da parte dei meduli alla costituzione e alle buone pratiche di vita.

Una Riforma che Ha Reso Impervia La Configurazione del Sistema Temporale Italiano

Il giorno 17 marzo 1861 è stato senza dubbio un giorno di grande importanza per la storia dell’Italia moderna. La riforma dell’anno e della settimana ha lasciato un’impronta durevole nella configurazione del nostro sistema temporale, influenzando anche aspetti come la religione e la quotidianità.

La legge n. 1349, firmata da Vittorio Emanuele II, ha segnato l’inizio di una nuova era per l’Italia, influenzando in modo duraturo la percezione del tempo e dello spazio. Pur avendo superato nel tempo, la diversa modalità di rilevamento del calendario permane. Oggi, nel 2023, è ancora possibile osservare l’incidere della riforma nel corso della storia.

Una Tesi Confutata

Un dettaglio importante è, comunque, la non assenza di radicamento sociale sul concetto di calendario alternativo. E, pertanto manca alla legge un segno d’efficacia sul tentativo di mettere in frate alla popolazione il nuovo calendario.

Infine, considerando la lunga datazione dal 17 marzo 1861 della legislazione, questi scottanti accenti di repagine spesi le hanno vechi.

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In conclusione questa legislazione fu un cambio forte e tal ora anche controverso di regolamento sulle esistenze individuali di un’intera nazione.

Postscript

Si noti come il discorso circa l’abolizione del calendario giuliano nel 1861 per il Regno d’Italia fa riferimento agli elementi soggettivi delle memorie dei legislatori del d.i. e, inoltre, si tenga conto dei differenti pensieri espressi in linea dai portatori della novità.