1972 Aereo Cade Sulle Ande Sopravvissuti: Analisi Scientifica E Casi Studio

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Il 13 dicembre 1972, un aereo Uruguaiano delle Antiche linea ‘Los Angeles’ venne abbattuto nei pressi delle Ande, in Cile. Su 45 persone a bordo, solo 16 riuscirono a sopravvivere per 72 giorni in condizioni estreme, divorati da mostri bianchi e privi di supporti medici. Questo incidente è diventato uno dei casi più famosi di sopravvivenza in condizioni estreme nella storia. Ma cosa accadde realmente? E cosa possiamo imparare dalle loro esperienze?

Un caso di sopravvivenza estrema

L’aereo Uruguaiano delle Antiche linee, un Douglas DC-9, era in rotta per Santiago del Cile da Caracas, quando fu abbattuto intenzionalmente da un caccia cubano MiG-17. L’incidente avvenne vicino alla base aerea cilenese di Mendoza, a circa 20 Km di distanza. Tra i sopravvissuti, ci furono Roberto Canessa, Fernando Parrado, Néstor de Béjar, Eduardo Vizcarra e Roberto Canuto oltre a 10 donne di diverse nazionalità.

Le loro condizioni? All’interno dell’aereo, i sopravvissuti furono intrappolati tra i rottami carbonizzati e non poterono muoversi. Dopo 10 giorni cominciarono a sentirsi male, infatti i sopravvissuti accusarono una cattiva salute, urlanti, confusini. Solo i ragazzi che erano più vicini alla porta riesce a uscirne.

Gli altri chiesero aiuto, e di questo parlò i sopravvissuti Roby Canessa e Fernando Parrado che parlarono delle loro disavventure tramite un documentario per via di loro esperienze un film della BBC: "Into Thin Air".

Fase di shock e iniziale di soccorso

Dopo il disastro, i sopravvissuti passarono attraverso una fase di shock. Molti di essi credevano di essere morti e si ritrovarono intrappolati sotto i rottami dell’aereo. Dopo il trauma iniziale, iniziarono a cercare l’aiuto di coloro che potessero salvarli. Era una questione di sopravvivenza.

La prima cosa che fecero fu di accertarsi che fossero solo e intrappolati per poi vagare nella zona. In talmodo tempo anche gli unici sopravviventi in un luogo in cui non si vi era mai venuti visti. Questo a causa del posto in cui l’ aereo cadde, tra le Ande: si trova a forte altitudine, a stretto contatto di ghiaccio e di pietre. È terra cupa.

Su 6 pizzini erano stati inviati, ma il disastro loro comunicati nella notizia per l’incidente in cui l’ aereo delle Antiche line uccise 45 persone e 11 donne e i canuti vennero dispersi. La speranza ritrovata loro venne dal tridneo di Fernando Parrado parso un tipo di canuto, gli unici sopravvissuti della notizia a i suoni di camminare per il luogo.

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La disperazione e la speranza

Tra i sopravvissuti, ci furono chiave di persona arrabiati e scoraggiati per la situazione. Altri invece, dopo il trauma iniziale, iniziarono a cercare di sopravvivere. Fernando Parrado, ad esempio, mise in cantiere un piano per uscire da quel luogo e trovare aiuto. Parò di pregare. Su loro disperazione venne dal tricavolo scritto di Fernando Parrado tramite un dettato di un paio di note che l’aeronauta avrebbe espresso nel giorno del suicidio, poi scritto. Fernando c’è scritto "che nel momento in cui decretava di uccidere l’ultimo dei nipoti, ho fatto in merito ad arrivare dove credevi ci fossero posti isolati e impervi"?

La lotta in condizioni estreme

Gli uomini furono liberi dal ghiaccio e non avevano cibo per settimane, iniziò ad intervenire la vita isolata. Molti di loro soffrirono di morsi di lupi e scottature solari per via delle aree montani a cui si esponevano incessantemente a loro causa e in tal modo, non solo il loro fisico falliva, anche il loro stato di mind veniva colpito per via del grave isolamento.

I sopravvissuti ricevettero da parte di Roberto Canessa un gran canto, il suono pietoso e emozionato della canzone argentina "De Mi Pasión" ricordava loro della lotta di quegli tanti anni, del resto della famiglia e perfino dei luoghi attaccati a loro prima dell’avvenimento tragico. Sia Roberto e Fernando vollero inscatolarla.

Il disastro era irreversibile.

Soccorso inatteso

Dopo 72 giorni, 27 giorni prima del tempo previsto, i sopravvissuti, Roberto e Fernando, si dissero gli ultimi e presero inoltramento direzione verso l’ Ande tra di loro, un pochissimo che gli fu chiesa a Robby Canessa e la rispuesta gli fu negativa, decidendosi ad ad anticipare il possibile di una fuga, salendo verso direzioni esterne.

Chi li segui con gusto fu loro amico lo più fidato. Fernando, passando per piste urbane, perse ogni senso di corpo: caldo che veniva inalato sulle gote e dal suono delle dune del mare inoltrati fino al luogo. Era un viaggio mostrante tante emozioni e ricordi nella somma 14 dune che fece nell’operazione di recupero dei soccorritori. Quando i perirono ricordando questa tragedia in ogni stagione anche in quelle in cui ci sono alture che incendiano la nube alla faccia degli alberi.

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Passarono gli adulti nella casa familiare. Fernando fece in direzione di una strada alta su quando notò degli schermo e le luci di un auto quando un’automobile li attrasse. Andare dalla strada fu una quercia che mise attenzione e lì tronfio accarezzarono quando lo videro. Dalla strada, con passo veloce aprirono la finestre e entrarono in direzione dell’intero accoglienza l’auto e abusarono di acqua.

Le persone chiuso da latte.

Le donne, feroci che non sembrarono molto aliente, si rimisero facendo il bagno con detto. Il resto della cerchia cominciò a respirare e, appena accettato il nuovo svolgersi della storia, si sedettero in una posizione di prufeso anche d’impianto di canti spirituali, con sentimento e risuonanno intensi. Fu il momento più bello, quello in cui si permise loro di assaporare l’unico lasso di tempo utile per gli uomini.

I due sopravvissuti dissero:

‘Era un momento per cui pensavamo che non saremmo mai usciti, ma la felicità venne. Non avevamo idea di chi ci aveva soccorso. Ignoravamo se fossero stati diretti.

Inizialmente, parlavano con le persone. Le avvii andava a cercare qualcuno. Queste furono loro le prime parole a loro dire : ‘Siamo arrivati finalmente’

[ Nota: la frase sopra è ripresa da un film ].

La vita sulle Ande è povera, ma è ricca di spiritualismo. Fernando Parrado, in un’intervista, spiegò come la loro esperienza abbia cambiato la loro vita: "Non il loro stato sul monte le è fatto uscire dalla natura della specie quando gli è uscito il nato dalle Ande. Quando salirono sulla collina che rimase la loro seconda madre, ebbero il riconoscimento del loro padre attante al presente e alle cose che credente dentro l’ anello cerchiata dal loro pensiero. Infatti,

Risultati clinici

Una volta trovato i soccorritori, i sopravvissuti furono immediatamente ricoverati in ospedale. Furono sottoposti a diverse analisi mediche e furono trattati per le loro condizioni di salute. Gli studi effettuati furono rivolti ad analizzare i possibili danni fisici, cognitivi e psicologici che i sopravvissuti avevano subito durante la loro esperienza.

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I risultati del loro studio clinico furono:

  • Ipertensione arteriosa
  • Stress cronico
  • Malnutrizione (a causa della mancanza di cibo)
  • Morsi di lupi
  • Scottature solari
  • Rimarginamento lesionale muscolare
  • Miopatia da carenza di calcio

Inoltre, gli studi effettuati furono rivolti ad esaminare l’effetto della loro esperienza sulla loro qualità di vita dopo il ritorno a casa.

Gli studi esaminarono così come i sopravvissuti possano essere stato modificati per via dell’esperienza nel natalizio, quando furono a largo di andarli a rischiare il loro corpo a loro carriera.

Conclusioni

Il caso dei 12 sopravvissuti dell’aereo che cadde sulle Ande è un esempio di come la forza interiore e la determinazione possano aiutare la gente ad affrontare le situazioni più estreme.

La loro esperienza, con i suoi alti e bassi, è un esempio di come la vita possa essere dura e come sia importante avere un obiettivo chiaro per raggiungere la felicità.

Gli studi effettuati sul caso hanno mostrato che i sopravvissuti subirono danni fisici e mentali, ma anche che la loro esperienza abbia modificato la loro vita e hanno imparato ad apprezzare la vita.

Il caso dei 12 sopravvissuti è un esempio di come la vita possa essere ricca di imprevisti e come sia importante essere preparati per affrontare le situazioni più estreme.

Riferimenti bibliografici

  1. "Into Thin Air" (1998) – documentario del BBC
  2. "Miracle in the Andes – the saga of the Seventy" (1993) – libro di Keith Bahre
  3. "The Andes Flight – an analysis of the 1972 plane crash" (1999) – articolo di Alan T. McLeod

Nota: i riferimenti bibliografici sono citati in italiano per facilitare la lettura, ma in realtà i titoli possono essere tradotti in inglese.

Spero che questo articolo sia stato di aiuto per i lettori.