26 Agosto, Che Santo È

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La domanda che molti di noi si pongono ogni anno in agosto è "26 agosto, che santo è?" Prima di approfondire la questione, è importante capire che il calendario liturgico della Chiesa cattolica è determinato dal tipo di festività che si celebrano nel corso dell’anno. In agosto, troviamo molte festività importanti che commemorano eventi storici, vite di santi e momenti significativi della vita di Gesù.

Storia dei Santi e del loro Ruolo nella Chiesa

I santi sono persone che hanno vissuto precedentemente alla nascita di Gesù Cristo o nella sua vita, che hanno mostrato un grande carisma, amore per la fede e spirito di servizio agli altri. La Chiesa ha sempre incentivato la venerazione dei santi come modelli da imitare, per raggiungere la perfezione cristiana. Nei secoli, la Chiesa ha stabilito una serie di festività per celebrare la nascita, la morte e la rapida canonizzazione di molti di questi santi. Ecco alcune delle figure più importanti per comprendere la festività del 26 agosto.

San Filippo Benizi Martire

Il Santo del 26 agosto è San Filippo Benizi Martire, un frate minorita del XIV secolo che diede la vita per la sua fede. Nacque a Castelfiorentino nel 1233 e fu ordinato sacerdote. La sua vita è stata segnata dalla sua dedizione alla povertà e alla castità, che ha impresso nella società del suo tempo una riflessione seria sulla rinuncia ai beni materiali.

La Vita di San Filippo Benizi

Filippo Benizi è stato uno dei fondatori dell’Ordine Frati Minori e si dedicò alla predicazione e all’evangelizzazione. È noto anche per essere stato il primo a dedicarsi alla riforma del proprio ordine per allontanarlo da pratiche corrotte e condurrebbe la sua congregazione verso l’epica restaurazione dell’anima cristiana. Al suo successo la Chiesa lo ha riconosciuto come martire, anche se non in senso storico, in quanto il martirio non fu mai direttamente accertato nella sua vera vita: rimane un simbolo del grande eroismo con cui Gesù si descrisse.

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La Morte di San Filippo Benizi

Secondo la tradizione, San Filippo Benizi morì nel 1285, mentre era incardinato come eremita nel convento di Monte Fiore. La sua morte fu vista come un puro esempio di grazia cristianità spirituale, la domanda è sempre sul secolo cui egli appartenesse. La causa della sua morte non è chiesta di primo grado nella questione morale.

Motivazioni e Effetti

La vita e la morte di San Filippo Benizi ci insegnano alcune lezioni importanti. Innanzitutto, l’importanza della dedizione totale alla propria fede, nonostante le difficoltà che possono presentarsi nella vita. In secondo luogo, l’importanza della cura per la propria anima, come esempio per la comunità che conduce.

Questa lezione possiamo applicarla a noi stessi.

In una società sempre più frenetica e materialista, la vita di San Filippo Benizi ci ricorda l’importanza di mantenere una visione critica della nostra esistenza e di saperci distaccare da ciò che non è essenziale. La sua dedizione alla povertà e alla castità ci sprona a riflettere sulla nostra stessa visione della rinuncia e dell’ennesimo cambiamento.

Nel contempo il Santo rappresenta per la società della nostra epoca un risveglione.

Nel corso della storia, la Chiesa ha sottolineato sempre di più con i santi le figure dei membri più valorosi nella storia dei membri. Con l’aumento della complessità sociale del nostro ampio presente, la società di San Filippo cresce solo attraverso lo spirito del fedele. Con ciò, infatti, cresce nella buona idea della comunità spirituale (simbolo della redenzione universale della persona) grazie al compimento di una serie di attività assistenti l’altro al fine del richiamo unitario di Gesù Cristo, principio indiscutibile della redenzione.

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Uscita: Le Conclusioni

26 agosto, che santo è? San Filippo Benizi, un frate minorita che diede la vita per la sua fede in un mondo non sempre accessibile alla cultura cristiana, ci sprona a riflettere sulla nostra stessa esistenza e sulla necessità di mantenere una visione critica della nostra vita. Apprendendo dalla sua dedizione totale alla propria fede e dal suo spirito di compagna, possiamo aumentare la nostra dedizione ai nostri fratelli nella Chiesa di Dio. La sua vita rappresenta un esempio di spirito di accomdatazza, rinnovamento e al contempo di condivisione dell’anima con chiunque come insegnamento supremo di Gesù Cristo.

Infine per uscirne la domanda è sempre presente come risvolto di:

Perchè la Chiesa cattolica predichi la rinuncia completa nel proprio anima, accennando all’importanza della carità universale e a quella pratica di riconoscimento della disillusa per la figura modernistico indurita di Cristo?