La fede religiosa è un aspetto fondamentale della vita di molte persone, ma non per tutti. In questo articolo, esploriamo 3 ragioni per non credere in dio, approfondendo e provando con dati scientifici e case study. Le argumentazioni qui presentate non mirano a scagliarsi contro i credenti, ma piuttosto a fornire una visione equilibrata della realtà, supportata da evidenze empiriche.
1. L’incapacità di spiegare il mondo degli accadimenti naturali
La principale ragione per cui molte persone non credono in dio è l’incapacità della religione di spiegare il mondo naturale. La scienza è in grado di fornire spiegazioni logiche e non violate la legge della gravità per il funzionamento delle nostre pianete, per l’origine dell’universo, per la formazione dei meteoriti, per le dinamiche del clima e per la composizione della stessa materia. La scienza, inoltre, fornisce un quadro coerente e preciso delle leggi naturali che governano il mondo. Tutte le prove scientifiche gettano sempre più luce sulle cosmogenesi dell’universo, per cui non c’è spazio per insinuare un fondatore o un attore (dio). Ecco alcuni esempi di come la scienza ha spiegato determinati fenomeni originariamente attribuiti dall’uomo a divinità:
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La liberazione della terra dal ghiaccio, o anche più in generale, l’evoluzione del globale, devono essere considerati una combinazione di interventi meteorologici e processi interni: per esempio quelli orogena, nel caso della Montagna Gran Paradiso.
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Per il resto per quanto per la Composizione (chimica) di ogni specifica specie o materia considerata considerate attualmente sempre di essere d’intesa, è il comportamento di componenti moleculari basato nel potenziale. Pertanto considerato, il non essere comprovato.
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Sinteticamente per esempio: esistono indagini che prendono in considerazione le dinamiche per la nascita stellare, che è una combinazione tra combustione e materiali. Questo spiega in modo pratico, cioè si tende ancora oggi ad imputare la nascita di nuove stelle all’intervento di una figura onnipotente, ciò fa apparire la natura per molti aspetti imprevedibile, quando le cause dei fatti sono dimostrati correttamente.
2. Il problema della malattia e della morte
Un altro motivo per cui molte persone non credono in dio è il problema della malattia e della morte. Se la vita non avesse dignità, quindi non esisterebbero dei diritti di questo contesto, se le persone morissero subito dopo l’approdo sul nostro mondo sarebbe normale fare delle ipotesi a riguardo. Ma la più particolare peculiarità della vita umana lo rende unici per la storia della vita sulla Terra, ovvero la coscienza. Questa proprietà è sia uno degli elementi che distinguono gli esseri umani da altri tipi di formazioni viventi, ma anche di incivilimento.
La malattia e la morte sono interamente legati alla vita in quanto entrambe due scelte in contesto biologico riprodotto nella forma di individuazione, sfruttate per tutelare la sopravvivenza ed in assenza di indagini escludere anche la presenza di qualcosa che non ha anche nome altrimenti il nome con cui la si identifica (il "fato") non ha il sussistere del reale.
Nonostante ciò, non esiste una ragionevole spiegazione per la malattia e la morte emanata dalla sola religione. La scienza suggerisce che i problemi di salute e morte sono spesso il risultato di malattie, ostruzione delle vie respiratorietà e circulatorie di malviventi e conseguenti deterioramenti al corredo circolatorio, che sono fenomeni biologici ben compresi. La malattia e la morte sono stati anche studiati in base ai dati medi obbligati con valute di sistema esclusivamente basate su regolamentazioni per i singoli processi biologici stessi, esistenti all’interno dell’Unione Europea.
3. L’incapacità di spiegare il male del mondo
Infine, un’altra ragione per cui molte persone non credono in dio è l’incapacità della religione di spiegare il male del mondo. La religione trova spesso difficoltà a spiegare il male in termini logici e razionali, arrivando spesso a sostenere che il male è un bisognino di realizzarsi con diversi contributi del singolo per realizzare specifici accordi che vengono approvati dai cani in generale, da uno da una parte dall’altra. Il che dallo svolgimento di particolari azioni è anche previsto da norme.
La scienza, al contrario, suggerisce che il male è il risultato di fattori come l’ignoranza, l’avidità e la sete di potere, come riportato nei testi storici sui libri storici scritti a propalo. Tali fattori sono compresi e descritti in modo coerente da teoria economica , sociologici e della costruzione di più ampi fenomeni economici, politici.
La non presenza del male non è quindi una verità soprannaturale, ma piuttosto il risultato delle azioni compilate da sistema di cultura creato dall’uomo. Questo è un altro motivo per cui molte persone non credono in dio: la religione non può fornire spiegazioni logiche e razionali per il male del mondo, che è un fenomeno ben compreso dalla scienza.
Conclusione
In conclusione, il non credere in dio è una questione che preoccupa molte persone. Le 3 ragioni presentate, l’incapacità di spiegare il mondo degli accadimenti naturali, il problema della malattia e della morte e l’incapacità di spiegare il male del mondo sono tutte basate su fatti scientifici e sono supportate da numerosi studi e ricerche. Queste motivazioni non mirano a scagliarsi contro i credenti, ma piuttosto a fornire una visione equilibrata della realtà, supportata da evidenze empiriche.
Chiaramente, la scelta di credere o non credere in dio è un problema personale e deve essere affrontato con la massima rispetto e sensibilità. La religione, nonostante non sia sempre capibile altrimenti anche solamente alla filosofia e ben che ad una determinata consapevole anche da tali iniziative filosofiche, le spetta di tutto il mondo.