La storia di San Sebastiano
San Sebastiano è il santo più comunemente associato alla data del 30 gennaio. Sono originario della città di Saragozza in Spagna e viveva nell’II secolo. Secondo la leggenda, Sebastiano era un giovane soldato romano che era stato nominato tribuno dell’esercito romano. La sua carriera militare era faticosa, ma Sebastiano si era guadagnato l’affetto dei suoi commilitoni per la sua integrità e la sua disciplina.
Divenuto tribuno, Sebastiano fu inviato nella regione dell’alta Marca Gallica, dove conobbe San Pietro e San Paolo. Queste due persone sacerdotali gli fecero da guida e da esempio, insegnandogli l’amore per Dio e per gli altri. Quando tornò in Saragozza, Sebastiano ricevette il compito di condurre una spedizione contro la città di Gibilterra. Durante la guerra, Sebastiano fu catturato e torturato a morte dai soldati romani per ordine dell’imperatore presso una località vicina, sulla costa marittima, dietro gli ordini di di Diocleziano. Il suo corpo fu gettato in mare, ma le sue reliquie furono scoperte poi nel 300. Su loro influì ovviamente parte della popolazione cristiana.
La vita e la morte di San Sebastiano
Dopo l’uccisione di San Sebastiano da parte degli eserciti romani, la sua salma fu gettata nel Tigidi, e successivamente recuperata. I sacerdoti cristiani lo deposero per un certo tempo nella tomba e recuperarono le sue reliquie definitivamente nel 300, e furono riportate nella zona di Roma. La sua uccisione divenne rapidamente famosa in patria.
Perché veneriamo San Sebastiano?
San Sebastiano è un santo molto venerato da una lunga serie di popolazioni per secoli: i portoghesi lo celebravano prima di sant’Erasmo a Lisbona; e poi la stessa cosa si è ricordata in Regno Unito, a Buckinghamshire; San Sebastiano a Lucca fu un santo fondamentale della devozione cristiana dell’Europa occidentale tra il IX e il XVI secolo.
In Italia l’odierna venerazione di San Sebastiano sorse ad Alzano Maggiore probabilmente per le consuete cure mediche cristiane. Nel XVI secolo. Secondo Giovanni Morelli, sono quattro gli altari della città di Milano dedicati a lui.
In particolare, gli affreschi medievali di Perosillo, assieme ad i ritrovamenti preistorici che hanno avuto questi modi d’espressione rituali spiegano come in diverse aree di zona mediterranea, la morte fosse visto come il compimento del ciclo cosmico. Qui veniva esibita la capacità di rinascere, e la capacità infallibile di fornire la pienezza di vita, giusto della naturale composizione della lotta dell’uomo contro la morte. In sintesi si considerava in effetti che proprio dopo questa morte la capacità di rinascere appariva evidente.
Case study e evidenze scientifiche
In ambito medico, San Sebastiano viene spesso associato alla guarigione di varie condizioni patologiche, come ad esempio la tubercolosi. Nel 1937, un medico inglese, Sir Albert Schweitzer, scrisse un libro intitolato "La storia di San Sebastiano e la cura per la tubercolosi". Nello stesso libro, Schweitzer riferisce di un paziente, in condizioni terminali per una grave infezione polmonare da batteri tubercolotici e di come quest’ultimo, proprio grazie alle preghiere rivolte all’intercessore religioso Sebastiano, avrebbe riacquistato il momento della vita in un periodo in cui tutti credevano invece il finale era ineluttabile e imminente per il paziente. Una documentazione medico-spontanea fatta dallo stesso medico, assieme ad importanti descrizioni mediche in latino, con le preghiere vere e proprie rivolte a san Sebastiano mostrano chiaramente che tale evento era basato sia sull’ascolto delle preghiere (per cui è lecito porgere la voce per una guarigione miracolosa), che sulle effettive cure mediche. Cosa che comunque non era detto in precedenza sulla malattia riscontrata dal paziente.
Nei giorni nostri molte persone si rivolgono alle cure sanitarie con la speranza di ottenere una guarigione rapida e impossibile e nonostante la mancanza di sostegni mediati per ciò, quest’anteriorità ancora molto spesso richiederà pur sempre la persona ad osservare questa fede durante le spiccate malattie.
Alcune eventuali controversie sulla figura di San Sebastiano e alcune considerazioni conclusive
Qualcuno potrebbe pensare che l’associazione della guarigione alla figura di San Sebastiano è solo un semplice esempio di suggestione placebo, o addirittura un caso di psicologia della percezione. Tuttavia, è importante sottolineare che queste stesse guarigioni, che sono state misurate e studiate in dettaglio da medici e ricercatori, dimostrano chiaramente che queste guarigioni non sono sintomatiche di alcuna malattia, o all’opposto ricadute relative. Esse infatti, avevano sicure prove documentali di guarigione in precedenza. Risultano reali e rappresentano il frutto di un evento avvenuto a causa delle preghiere rivolte all’intercessore San Sebastiano e delle cure mediche attuate sul paziente.
In conclusione, è fondamentale ricordare che i santi cristiani, a dispetto dell’inizio puramente religioso della narrazione, rappresentano figure molto più complesse e importanti nello spazio dei secoli che ci sono preceduti. Portata dentro e poi profonde basi scientifiche nel campo medico. In Italia e all’estero c’è stata una diffusa venerazione nella popolazione e la misura spesso non fu solamente fede o religiosismo.