Introduzione
Il 5 agosto 1981 è una data che rimane nella memoria collettiva degli italiani come un simbolo di sfida e positività. In questo giorno, l’Italia si unì per dare vita a un’istante unico e storico, che sentiamo ancora oggi come una delle nostre aspettative e ideali. Meglio tardi che mai, il tagline che guidò il popolo italiano in quell’estate del ’81, diventò più di un semplice slogan: fu un’ossessione, un sogno da realizzare e una risposta ai problemi del nostro paese.
La sfida degli anni ’80
Inizio degli anni ’80, l’Italia era in un periodo di difficoltà economica e politica. La nascita del Movimento Studentesco nel 1967 aveva cambiato il volto della nostra società, ma le speranze degli anni ’60 avevano lasciato il posto a una generazione rabbiosa e disillusa. L’economia, guidata dal socialdemocratico Sandro Pertini, stava affrontando un periodo di grandi sforzi per ridare impulso alla crescita. Tuttavia, la crisi dell’imprenditoria italiana, l’industria in declino e la disoccupazione in ascesa creavano un clima di pessimismo e sfiducia.
L’ispirazione di un popolo
In questo contesto, il progetto Meglio tardi che mai, avviato dal sindaco di Stresa, Gianni Brera, un giornalista e autore tosco-amico di Ennio Flaiano, divenne l’emblema di una corrente intellettuale della nuova sinistra. Era una risposta al pessimismo dell’epoca, una promessa di cambiamento che trovò una risposta negli studenti e nelle associazioni studentesche. Le università italiana erano infatti, durante gli anni ottanta, centri di grande fermento socio-politico e intellettuale; non solo si chiedevano questioni economiche e dossografie demopolitiche ma soprattutto questioni ad interno che riguardavano la possibilità e la libertà di pensare in prima persona dal noi dentro fuori.
La manifestazione del 5 agosto 1981
Il 5 agosto 1981, in un giorno di torrefazione abnorme nei mesi estivi in Lombardia, l’Italia scese in piazza per sfidare il pessimismo e l’inerzia. Meglio tardi che mai fu un appello che univa i diversi scopi in un’idea: la costruzione dell’Europa libera e democratica, la fine delle opposizioni politiche, l’avanzamento del pluralismo e dell’uguaglianza. Il tridente della ricerca, del confronto e del confronto tra le diverse culture veniva elevato ad alta frequenza. Il popolo si radunò in Piazza Borghetto a Genova, in piazza della Vittoria, in piazza XX Settembre, o nelle piane e nelle piazzese, in risposta all’impulso della storia.
Il significato
Il 5 agosto 1981 fu una rivoluzione di valori e di aspettative. Si rompevano le catene delle idee dominate, dei pensieri classici e delle banalizzazioni degli eventi negativi della storia della contraddittoria unità italica divisa nel vario caotico caos dei 1200 piccoli stati medievali affratellati in un paese unitario slega dalle difficoltà. Gli studenti e coloro che vi diventano simbolo dell’odissea di un pensiero critico affrontavano, e avevano di certo pensato di possedere esperienze altamente importanti, la crisi di identità e la perdita di punti di riferimento. La fiducia per l’Europa, gli europei e per l’avvenire (per chi crede o pensa) rinasce dal grigiore del momento storico.