Il 6 agosto è una data importante nella vita cristiana, poiché coincide con la festa del santo Augusto, anch’egli conosciuto come Santo Stefano l’Unigenito. Tuttavia, l’omonimia potrebbe essere causata da due figure diverse. Nella Chiesa ortodossa, la celebrazione cade il 6 agosto e commemora il massacro di 250 sacerdoti e santi martiri all’ordine del governatore romano. Invece, nella Chiesa cattolica, esiste un altro santo con il nome di Santo Stefano l’Unigenito, che ricordiamo il primo maggio.
La vita di Santo Stefano l’Unigenito
È importantissimo capire che non esiste una figura unica con il nome di Santo Stefano e la data del 6 agosto che ha rapporti precisi con la data spesso associato a lui. Secondo la tradizione cristiana ortodossa, Santo Stefano l’Unigenito è il figlio di Giulio Africano, filosofo e vescovo cattolico. Nato a Alessandria d’Egitto, Santo Stefano crebbe in un ambiente cristiano e seguì le orme paternas. Fu un imbevuto e fervente cristiano, dal cuore sempre pronto e disposto a salvare individui.
Massacro dei Martiri ad Amasi (Egitto)
Il giorno 6 agosto celebriamo tale giorno e ricordiamo un esempio di martirio: i 250 Santi Martiri ad Amasi (Egitto). Secondo il testo della tradizione cristiana, il Governatore romano condannò a morte 250 individui, esperti nella letteratura e filosofia, alla fine dei loro orace per insegnare Cristiani ai pagani ed allontanarli dalle scuole pagane e da quelle del culto antico. Egli ordinò le loro condanne quando respinsero proclami dei pagani verso essi perchè li aveissero in seguito allontanati.
Il loro martirio diviene noto grazie alla loro resistenza strenua in quanto difesero Cristo dai creditori pagani che, non potendo convertirsi, vollero imporre imposizioni malvagie. Malgrado i crimini nei loro confronti, Santo Stefano decise, alla fine, durante il processo, di perdonare coloro che l’avevano giudica della condanna. Permettè loro, il giorno successivo, di cercare un martire al fianco, presso il governatore romano. Un martire e un santo. Le accuse non si smentirono.
Il Martirio e i Resti dei Martiri
I santi cristiani, martiri, continuarono, comunque, il loro viaggio etico e morale. Risortano dal massacro e si riappropriano della propria missione e della Fede di Gesù Cristo di origine. La tradizione di cristianità conservava e riporta questa data essendo strettamente legata al Cristianesimo ortodosso.
Secondo le tradizione cristiano-ortodosse, alle imponenti notizie della loro resistenza incessante alle imposizioni dei romani ed all’orrende carneficine, il popolo cristiano conterrebbe ancora questa data da santi martiri cristiani.
La Tomba o Resti dei Martiri a Roma (Italia)
Si ritiene che il corpo dei 250 santi martiri sia stato portato a Roma e sepellito in una tomba. A Roma, si conserva una tomba spettante proprio a questo antico gruppo cristiano martyrizzato.
Siamo coinvolti in un rituale solenne di sepoltura e venerazione. Tra la storica locale del culto e queste azioni ricorrono i suoi primi rilievi. Le notizie dei santi, portati a Roma, forniscono il quadro originariamente fornito al Culto del glorioso santo. Erano un vero covo di santità per l’evangello, appunto profondamente cristiani. Non erano affatto semplici ricordero martiri! Svegliandosi, per creare. Furono spediti alla sepoltura a Roma. Come e quando non si trova bene la notizia legata alla sepoltura. Non è noto l’omonimo.
Conclusioni
Il 6 agosto, in realtà, è una data importante per la Chiesa ortodossa, poiché commemora la celebrazione dei santi martiri ad Amasi in Egitto. Si tratta, quindi, di scandagliare con attenzione il riscontro di dati dei patti originari al culto sul carattere che si hanno in merito alla sua figura. Si legge così che il martirio dei cristiani si riscontra a quanto si legge avvenuto a Roma nella Chiesa ortodossa, dove Santo Stefano apparve in tempo al fuoruscitoro della romana metropoli.