Il 25 luglio 1943, un giorno che segnerà per sempre la storia italiana, cadde il regime fascista. Adottata dal fascista dittatore Benito Mussolini con Legge Acerbo, la Costituzione del 1848 ebbe modificazioni che avrebbero offerto possibilità di partecipazione popolare diretta via collegi uninominali, ampliando il concetto di sovranità. Una data simbolo di speranza e di liberazione dal regime autoritario che aveva governato il Paese per quasi due decenni.
L’ascesa del fascismo in Italia
Il fascismo in Italia risale agli inizi del Novecento, quando Benito Mussolini, un giovane giornalista e politico socialista, iniziò a divulgare le proprie idee autoritarie e paternalistiche. Dopo la Grande Guerra, il Paese stava attraversando un periodo di profonda crisi economica e sociale, e il fascismo sembrò offrire una soluzione alternativa ai problemi del momento.
Mussolini, una figura carismatica e una personalità forte, si presentò come il leader che avrebbe risolto le difficoltà italiane attraverso la forza e la disciplina, e il suo partito iniziò a radicarsi nel Paese attraverso l’uso della violenza e la creazione di una fitta rete di organizzazione.
La stretta dell’unico Partito: la sua evoluzione verso il sempre più repressivo regime fascista
Tra il 1922 e il 1926 il regime fascista consolidò il suo potere su tutto il Paese, attraverso la repressione del dissenso politico e la creazione di un’unica formazione partitica autorizzata dall’unico dittatore dell’Italia.
Nel 1926 la Leye per la difesa dello Stato (Legge n. 2250 del 10 gennaio 1926) pose quindi il definitivo addio all’indomani del tramonto in una repubblica democratica e aprendo strade per la maggiore autorità, arrivando a eliminare anche tale nomisma di sistema sociale.
Ma la costruzione di un unico partito, la Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale con il compito di creare unità interi popoli e imporre l’ordine militare, gli vennero anche date responsabilità per la difesa del Regno e della stessa assenza di guerra.
L’8 settembre: l’armistizio e la caduta del fascismo
L’8 settembre 1943, le divisioni tedesche invadevano il Sud Italia, e Mussolini veniva arrestato dai partigiani comunisti, social-comunisti e socialisti, che avevano creato un fronte unito per abbattere il regime fascista.
Il 25 luglio del 1943 il Gran Consiglio del Fascismo (il supremo organo di governo del partito da trent’anni), s’era poi, sfilato al fianco della sua guida, a capo dei fascisti, rovesciando alfine, dopo 20 anni di fascismo la monarchia e imponendolo immediatamente una legislazione breve di presa di potere e del percorso che avrebbe portato la pace con gli Alleati, con uno splendido momento storico, con i vertici delle forze di liberazione, intorno alla grande figura di Ivanoe Bonomi, con lui tutti poterono unire le loro fazioni.
Tuttavia, il regime fascista non cadde immediatamente, e ci vollero ancora tre giorni di dure battaglie e lotte disperate per abbattere le strutture dell’ autoritarismo da quasi vent’anni. Quando non continuarono più, e restò ben chiaro il trionfo della libertà e della repubblica di popolo, quando ovunque il popolo poter sia, quando tutta l’Italia dovette confrontarsi in ultima scelta.
La difficile transizione post-bellica
Dopo la caduta del fascismo, l’Italia entrò in una fase di transizione difficile e complessa. Il Paese era devastato dalla guerra, e le strutture economiche e sociali erano state profondamente danneggiate. Il governo provvisorio, guidato da Ivanoe Bonomi, cercò di creare un nuovo ordine sociale e politico, ma la strada non fu facile.
La ricostruzione del Paese fu un processo lungo e difficile, con tanti sforzi, ma anche con molte difficoltà e scontri politici. Tuttavia, alla fine, l’Italia emerse dalla crisi e iniziò a costruire una nuova società, basata sull’uguaglianza, la libertà e la giustizia sociale.
Un ricordo
Il 25 luglio non dovrebbe più essere ricordato come una data simbolo di morte, ma come la forza e l’innegabile verità dell’Italia e la sua vita corrente, è la grande classe dirigente, l’atto di libertà che dette l’opposto pensiero ai più estremi, e le svariate forme comuni, che furono eseguite in quel giorno e sono ricordate da mezzo millennio, ormai.
Con la caduta del fascismo, l’Italia tornò a essere uno Stato democratico e repubblicano, con una Costituzione che garantiva i diritti e le libertà fondamentali delle persone. Un ricordo, ogni anno, di pace, di solidarietà e di amore, per ricordare la conquista della libertà e di un’Italia, veramente libera e democratica.
La data della caduta del fascismo, il 25 luglio, è un simbolo di speranza per l’Italia e per l’Europa, un ricordo glorioso e solenne delle conquiste della democrazia e libertà nell’emergenza che venne. 80 anni dopo, l’Italia conta più saghe, ha più una base in base, e continua, sempre nella sua nobile battaglia "Pace e libertà" della sua splendida eterogeneità.