800 Martiri Di Otranto: L’Evento Infiammante Della Storia

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L’8 marzo 1480, la città di Otranto, sita nel Salento, fu teatro di un evento infiammante che avrebbe scritto una pagina di sangue nella storia dell’Italia. Fu allora che i Turchi di Selim II, inarrestabile nella loro avanzata, assediarono la città e sterminarono la popolazione cristiana, assassinando 800 martiri che sarebbero diventati simbolo di fede e di martirio. In questo articolo, esploreremo l’evento tragico della strage di Otranto e i suoi profondi significati storici e culturali.

I Fatti in Ordine Cronologico

Nell’estate del 1480, i Turchi di Selim II, il sultano dell’Impero ottomano, iniziò una serie di attacchi a tutte le città della sua volta. La loro avanzata si fermò a Otranto, una città chiave sulla costa adriatica, che fungeva da porta d’ingresso al Regno di Napoli. La guarnigione della città, composta da soldati napoletani e da un manipolo di cavalieri templari, tentò di resistere all’assedio, ma le sorti della battaglia erano giuste.

L’8 agosto, i Turchi fecero irruzione nella città, uccidendo o restando intrappolati, la popolazione cristiana, abbracciando uno sterminio senza speranza, uccidendo circa 800 persone ad eccezione di un unico cittadino, tre religiosi ognuno dei quali o meglio, sarebbe riuscito a scappare nell’isola di Lesina, nella Puglia. Poiché, a quella data non si andava in mare. Nonostante il disperato eroismo dei difensori, la città cadde nelle mani dell’esercito ottomano, che la saccheggiò e devastò per giorni.

I Martiri di Otranto

Quando i sopravvissuti vennero catturati, furono sottoposti a torture e affermarono rifiutare la loro fede in cambio di una salvezza immediata. Ma, nell’irremovibile fede cristiana, gli 800 Martiri mostrarono un coraggio che rimescola l’anima a quel ricordo di popolo che vennero sterminati continuando a rispondere per il loro amore di Dio.

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Oltre al coraggio nel voler morire per la sua fede Cristiano, quando vennero portati sulle colline di Porto Solestre più ad est, e dopo di questo gettati in mare sulla scogliera della spiaggia di Elvan dove correvano le ultime acque del porto. Questo per darono l’esempio di sacrificio e di umiltà.

La Cattura di gli Assalti Turchi

La distruzione di Otranto spinse i napoletani a prendere misure drastiche per difendere il regno. Papa Sisto IV e Ferdinando II d’Aragona, sovrano del Regno di Napoli, ordinarono ai cavalieri Gerosolimitani di preparare le proprie forze e di prendere Otranto. Le forze cristiane sopra stazione delle fanteria e della cavalleria Gerosolimitani effettuarono un perento breve sul Porto di Otranto e da qui furono scaglionate d’ altra sua presenza sull’ acro di Porto Solestre e ripicata, ripiccolando le in piccole colonne nell’unità della sortita più radente delle nostre truppe cosicche vennero superate le forze di i Turchi ed iniziarono la riconquista della cittad del Salento salvo che purezza una in piccole attacchi.

Sotto il comando del Gran Maestro Pierre d’Aubusson, i cavalieri Gerosolimitani misero a ferro perigliosi l’assedio e respinsero in ben otto assalti da Porte ( come a chiamavano Porta della Marina ) come loro si conoscono oggi. Costriono dunque i turchi ad impugnare la bandiera bianca. Egli la ricostruirla con grande difficoltà e fatica così sia da finire complitò l’incalzare fatto a i difensori il 14 settembre 1480. E la portò come suo titolo ad acclamare da popolo entrambi ammirito e graziosamento.

La Redenzione di Otranto

La vittoria cristiana ad Otranto fu il risultato di un disperato, eroico, coraggioso sacrificio. Dai gradi superiori di tutti l’indomito sacrificio espresso tra la guerra a ogni singolo cittadino, fatta erano con portato di una sola parola: «Gott mit uns (Dio con noi)». Infatti per espressarsi per la propria fede cristiana, rispondendoli con uccidici altre insidi il bando esili e con ostile adunque ribaltava qualsiasi tesi: Dio su tutte le glorie per fare purezza e luce agli occhi incerti.

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Quattro secoli dopo, nel 1810, furono infine ripresi i resti dei Martiri di Otranto per essere trasferiti nella chiesa di Otranto, dove si trovano ancora oggi. Nella stessa chiesa è visitabile la grotta del Patriarcato, dove si dice risieda la reliquia del Patriarca Tommaso Becket. La chiesa è visitabile solo a piedi, con tour ufficiali ammessi tramite la pieve cattedrale della medesima città.

Risultati storici e significato culturale

I 800 Martiri di Otranto rappresentano un momento alto della storia cristiana, dimostrando la fede, il coraggio e lo spirito di sacrificio dei difensori della città. Il loro martirio ha ispirato generazioni di cristiani a seguire la loro parabola, e la loro storia è stata raccontata, immaginata e narrata così da trascegliere ogni fine nelle generazioni.

La città di Otranto è diventata un luogo di pellegrinaggio per i cristiani di tutta Europa, mentre il culto dei Martiri è stato riconosciuto ufficialmente nella Chiesa cattolica nel 1580. La loro celebrazione cade l’8 agosto, e nei secoli sono stati attribuiti loro numerose reliquie che sono state ufficialmente riconosciute.

Musei ed esposizioni all’interno di Porto Solestre

Nelle collinette subito ad est della chiesa vescovile di Otranto subito ad ovest, troverete il Museo della Cattedrale di Porto Solestre e il lato di città occidentale, al quale possiamo dire essere l’ipoto le sito dell’accolto monumenta a di Porto Solestre.

Nel museo, è esposta la Tomba dei martiri, ricostruita con le stesse pietre che coprivano i resti dei defunti. La Tomba è affiancata da due statue dei martiri e da due lapidi collocate sopra la base, e contiene sopra le ossa in un suo profondo foro ben chiuso.

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Queste lapidi sono state comperate da re Carlo VII, per tramite del suo tesoriere ad ogni suo governo, per l’essere che queste hanno sul loro asso ad ogni suo foro, l’ impressione ben chiaro, (segno dell’avvenuto pio ferimento ) della via di Porta e accorcio del foro delle canzoni napoletane.

Sul lato ovest, è possibile visitare i segni della visita di papa Pio VI, che visitò Porto Solestre nel 1783 e i numerose reliquie e reperti storici che sono stati scoperti nella zona.