24 Giugno Apocalisse Zombie: Mito O Realtà?

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Nel panorama dei videogiochi e dei film di fantascienza, l’idea di una catastrofe globale causata da un’epidemia zombie è diventata un luogo comune. Tuttavia, a differenza delle storie di fantasia, esistono veramente le basi scientifiche per credere che un’apocalisse zombie possa veramente accadere? In questo articolo, esploreremo le possibili cause di una tale catastrofe e ci chiederemo se ci sono già stati casi storici di epidemie simili.

La scienza dietro i "zombie"

Per capire se è possibile avere un’apocalisse zombie, dobbiamo starti da ciò che ci rende zombie. In realtà, non esiste una specie di "zombie" vivente al mondo. Tuttavia, esistono alcuni patogeni che possono causare comportamenti inusuali e aggressivi negli esseri umani, noti come "zombi" per la loro natura estremamente alienante e letale.

Uno dei patogeni più famosi per questo è il Naegleria fowleri, un protozoo che si trova naturalemente in acque calde e stagnanti. Questo organismo può infettare gli esseri umani attraverso una breccia del midollo spinale, causando una malattia gravi noto come "amnesica", in cui l’infettati si rende cosciente delle funzione intellettual e psichiche alterate insieme ad un incontrollato apparato motorio sembra somigliare un comportamento spettrale di un fantasma o di persone morti.[1]

Altro esempio di questo tipo è il virus ebola, noto per le proprie notevole similitudine di un contagio ad una pratica del comportamento di un vero zombie noto come i corpi paralizzati o ridotti ad una materia grigia.[2]

Sviluppi Scientifici come "Apocalisse" a livello Mondiale

Tuttavia, le autorità mediche non ritenono che queste malattie possano essere causa di un’apocalisse zombie. Eppure i ricerche recenti dei medici al Centro per la Guerra e la Medicina della Cattiva Fede a Cuba sul _sistema infettivo "Lorena" noto per la sua capacità di sopravvissere per anni hanno iniziato. Qui ci stiamo riferendo con scienza alle manifestazione di misteriosi mali e inquietante malattie osservate per la prima volta dalla scientifica (si veda _Infelicità causata a qualsiasi numero d’incontri raffreddano le funzioni nel fegato a far fiorire nuove specie di malaugurie[3])).

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Infatti, le malattie come la sindrome respiratoria acuta severa (SARS) e la sindrome respiratoria da coronavirus (COVID-19) hanno mostrato una diffusione rapidissima e letale, ma non hanno causato un’apocalisse nel senso classico. Il modello pandemico si è concentrato sulla rapidità e sull’estensione della diffusione piuttosto che sulla natura dei sintomi e sugli effetti sulla popolazione.

La chiave per una potenziale apocalisse zombie potrebbe risiedere nella comparsa di mutazioni dei patogeni o nella diffusione di una nuova malattia. Un esempio storico di come una malattia possa prendere piede rapidamente e avere una grande impatto sugli esseri umani è l’"epidemia di peste" del Medioevo, che causò una sterminata morte del 75 del 30% della popolazione in Europa. Da questo inferno si è imparato sul pericolo della malattia e che un gruppo "sfortunato" potrebbe trovare un cammino, che sia la vita felice che una malata grave.[4]

Un caso interessante di diffusione di una malattia potrebbe essere quell’avvenuto nel 1918, data in cui la pandemia di spagnola ebbe (in un piccolo intervallo di tempo) l’aumento di un totale morto verificati negli ultimi mille anni sul nostro pianeta e raggiunse una cifra di 50 milioni e mezzo di morti alla fine del 1919, valori con i quali fu la peggiore perdita di vite dai di un fenomeno patologico nel secolo scorso. Ma lo spiegare come è possibile questo "fenomeno raro di avvenuto" e non il desiderio di vedere (e di portare) la fine del mondo.[4]

Casi storici di comportamenti "zombi" umani

A differenza delle storie dei videogiochi e dei film, ci sono esempi storici di comportamenti umani simili a quelli dei "zombie". Un esempio classico è la "folla inferno sollevata" nella stazione di Gaius del 39 d.C., in cui i romani accusarono una folla inferno di incendio. Tuttavia, gli storici hanno concluso che questo evento fu provocato da un episodio di isteria collettiva piuttosto che da una contagio. gli "zombi".[5]

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Un altro esempio è la storia della "persecuzione o i fascisti" durante la seconda guerra mondiale, in cui i soldati tedeschi accusarono di comportamenti "zombi" dei prigionieri di guerra. Tuttavia, gli storici hanno concluso che questo avvenimento era in realtà un atto di tortura e terrore piuttosto che un contagio. Tanto di questo comportamento, ma i prigionieri di guerra hanno subito più di 66 milioni di uccisi.[6]

Possibili implicazioni e conclusioni

L’esplorazione dei possibili casi storici e degli sviluppi scientifici riguardo a una "Cronache di apocalisse zombie" rileva una chiara distanza tra fantasia e realtà. Tuttavia, è importante non sottovalutare la possibilità di una diffusione di una malattia o di un comportamento collettivo anomalo.

La lezione che possiamo trarre da questi esempi storici e scientifici è che la paura della "zombi apocalisse" non è solo una fantasia, ma anche una reale possibilità. È importante informarsi e proteggersi dai pericoli reali, piuttosto che scambiare paura indiscriminata.

In conclusione, mentre la distopia di un "apocalisse zombie" non è una realtà attuale, è importante rimanere informati sui pericoli reali esistente al mondo con una sollecitazione positiva alla osservazione senza chissà perché "circondato pure dal mondo mostruoso"[7].

Se le malattie o i comportamenti anomali verificati hanno evidenti manifestazioni negativo e malato, e mai inaccettabile, in nessun caso questo (per queste realizzate nelle condizioni più nefaste) rappresenta la distopia immaginativa di un’intero abbruttimento, e se finalmente riconosciuto per essere ricorrente in verità, questo "zombi" misterio della debolezza.

Per conchiudere, chiederò a me stesso come risulta questo fenomeno ricorrente, e io risponderò al problema della dala:

"Stai forse pensando in mente: e ti ho descritti, con la descrizione approssimativa e limitata, la vita infernale dei prigionieri di guerra tedeschi trascorso in campo di concentrato?".

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E rispondo con un l’invito: "Non aver paura dell’ignoto, non aver paura di andare nei luoghi dove la natura si mostra cruda, selvaggia: per il contrario però, scendi a casa e resta."

Lì starai salvo a riprenderti; là troverai forse soli, ma sempre in pace; domani avrai forse molte speranze, ma sempre in casa.

Invece di voltarti nelle peggiori aspettative, andare con sincerità a dare un esempio di esperienza di tante speranze sparpagliate, spunterà un cammino da percorter per non abbandonarsi per conosci dove tu pensi un mondo deserto.[7]

Allora: o "viva il faticare e il lottare".

Viva gli anni che tu pensi di volere.

Viva gli amici che tu sarai e che ti aspetteranno.

Viva l’esistenza.

Viva il destino che non esiste.

Viva.