Gnocco Fritto: Un’esplosione di gusto emiliano (fritto: pietanza emiliana)

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fritto: pietanza emiliana. Il gnocco fritto, protagonista indiscusso della tavola emiliana, è molto più di un semplice fritto. È un'esperienza sensoriale che racchiude storia, tradizione e l'inconfondibile sapore di questa terra ricca e genuina. Piace a tutti, dai bambini agli adulti, e il suo matrimonio culinario con i salumi tipici della regione lo rende un piatto unico e irresistibile.

Le origini del gnocco fritto

fritto: pietanza emiliana

Le origini del gnocco fritto si perdono nella notte dei tempi. Si narra che la sua nascita risalga all'epoca delle dominazioni longobarde in Emilia, periodo in cui la necessità di conservare il cibo per lunghi periodi spinse le massaie a escogitare ricette creative. Una di queste prevedeva l'utilizzo di avanzi di pasta fresca, che venivano fritti per renderli più croccanti e duraturi.

Col passare del tempo, la ricetta si è evoluta e perfezionata, diventando un piatto a sé stante. Ogni famiglia emiliana custodisce gelosamente la propria versione, tramandata di generazione in generazione, con piccole variazioni negli ingredienti e nella tecnica di preparazione.

Un inno alla semplicità

La bellezza del gnocco fritto risiede nella sua semplicità. Pochi ingredienti poveri, facilmente reperibili, si trasformano per magia in un finger food delizioso. La base è un impasto di farina, acqua o latte, strutto o olio e sale. Alcuni aggiungono un pizzico di lievito di birra per renderlo più leggero, altri preferiscono la versione "stirata", ovvero senza lievito, che risulta più croccante e compatta.

La magia della sfoglia

La vera arte del gnocco fritto sta nella preparazione della sfoglia. È un rito quasi ancestrale, che richiede pazienza e una buona manualità. La farina viene disposta a fontana su una spianatoia di legno, al centro si crea un incavo dove vengono versati i liquidi e il sale. Con movimenti decisi e ritmici, si impasta energicamente fino a ottenere un composto liscio ed elastico. La sfoglia viene poi tirata con il mattarello, fino a raggiungere una consistenza sottile e trasparente.

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Tagli e varianti: un viaggio in Emilia

A seconda della zona dell'Emilia in cui ci troviamo, il gnocco fritto può assumere forme e nomi diversi. A Modena e Reggio Emilia è conosciuto come gnocco fritto vero e proprio, tagliato a rombi o a quadretti regolari. A Bologna prende il nome di crescentine e viene realizzata con una sfoglia più sottile, tagliata a dischi e poi ripiegata a metà formando delle mezzelune.

Nel Parmense, invece, si chiama torta fritta ed è caratterizzata da una sfoglia più spessa e irregolare, strappata a mano in pezzi grossolani. Ogni variante ha il suo fascino e la sua storia, accomunate dall'esplosione di gusto che regala ad ogni morso.

L'arte della frittura

La frittura è il momento cruciale per la buona riuscita del gnocco fritto. L'olio deve essere abbondante e portato alla giusta temperatura, intorno ai 170-180°C. I pezzetti di sfoglia vengono immersi nell'olio bollente pochi alla volta, per evitare che la temperatura si abbassi troppo e il gnocco risulti unto.

Durante la frittura, la magia avviene: l'impasto si gonfia leggermente, creando delle piccole sacche d'aria che racchiudono tutta la fragranza. La superficie diventa dorata e croccante, mentre l'interno rimane morbido e saporito.

Il matrimonio perfetto: gnocco fritto e salumi

Il gnocco fritto è fatto per essere gustato in compagnia, rigorosamente con le mani, come vuole la tradizione emiliana. Il suo partner ideale è un tagliere strabordante di salumi tipici della regione. Prosciutto crudo di Parma, culatello di Zibello, salame gentile di Reggio Emilia, mortadella di Bologna: la scelta è vasta e delizia ogni palato.

Ogni boccone è un'armonia di sapori e consistenze. Il gnocco fritto, caldo e fragrante, avvolge la dolce sapidità dei salumi, creando un contrasto irresistibile. Un filo di miele o di saba (sciroppo d'uva cotto) aggiunge un tocco di dolcezza che esalta ulteriormente il gusto.

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Un protagonista del convivio emiliano

Il gnocco fritto non è solo un protagonista del convivio emiliano, è un inno alla convivialità e alla condivisione. È un piatto che si gusta durante pranzi domenicali in famiglia, cene allegre con amici o per un aperitivo informale.

Oltre i salumi: i condimenti del gnocco fritto

Sebbene il matrimonio con i salumi sia il più classico e amato, il gnocco fritto si presta a interpretazioni creative. Può essere accompagnato da una fonduta di formaggi tipici come il Parmigiano Reggiano o lo squacquerone, per un connubio ancora più goloso.

Per chi ama i sapori decisi, un pesto di ortaggi di stagione o un ragù di carne possono essere alternative sfiziose.

Consigli per un gnocco fritto perfetto

Per ottenere un gnocco fritto da urlo, ecco alcuni piccoli segreti:

  • Utilizzate ingredienti di qualità: farina 00 ben setacciata, acqua o latte freschi, strutto o olio extravergine d'oliva dal gusto delicato.
  • Lavorate bene l'impasto: è fondamentale impastare con energia per ottenere una consistenza elastica e liscia.
  • Lasciate riposare la sfoglia: il riposo permette all'impasto di rilassarsi e diventare più elastico, facilitando la stesura.
  • Tagliate la sfoglia con precisione: la dimensione e la forma dei pezzetti di gnocco fritto influenzano la cottura.
  • Temperatura dell'olio è fondamentale: un olio troppo freddo renderà il gnocco unto e pesante, mentre un olio troppo caldo lo brucerà esternamente lasciandolo crudo all'interno.
  • Non friggete troppi pezzi contemporaneamente: per mantenere la temperatura dell'olio costante, friggete pochi pezzi di gnocco alla volta.
  • Assorbite l'olio in eccesso: una volta cotto, adagiate il gnocco fritto su carta assorbente per eliminare l'olio in eccesso.

Si può conservare il gnocco fritto?

Purtroppo, il gnocco fritto è un piatto che va consumato al momento della preparazione. La sua bontà sta proprio nella fragranza della sfoglia appena fritta. Tuttavia, è possibile conservare l'impasto crudo in frigorifero per qualche ora, coperto con pellicola trasparente.

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Conclusioni

Il gnocco fritto è un'ode alla semplicità e alla genuinità della cucina emiliana. È un piatto che racchiude storia, tradizione e l'amore per le cose buone. Con pochi ingredienti e un pizzico di manualità, potrete portare in tavola un pezzo di Emilia e stupire i vostri commensali.

Domande frequenti sul gnocco fritto

1. Posso sostituire la farina 00 con altre farine?

Sì, è possibile utilizzare farine alternative come la semola rimacinata o un mix di farine integrali e bianche. Tuttavia, la farina 00 garantisce una maggiore leggerezza e friabilità al gnocco fritto.

2. Cosa posso fare se il gnocco fritto risulta unto?

Probabilmente la temperatura dell'olio era troppo bassa o avete fritto troppi pezzi contemporaneamente. Assicuratevi che l'olio raggiunga la giusta temperatura e friggete pochi pezzi di gnocco alla volta.

3. Posso friggere il gnocco fritto in olio di semi?

Si sconsiglia l'utilizzo di olio di semi per la frittura del gnocco fritto. L'olio extravergine d'oliva o lo strutto donano un sapore più caratteristico e genuino.

4. Esistono varianti del gnocco fritto adatte a chi è intollerante al glutine?

Purtroppo, la ricetta tradizionale del gnocco fritto prevede l'utilizzo di farina di grano, che contiene glutine. Tuttavia, esistono ricette alternative che utilizzano farine senza glutine come la farina di riso o di ceci.

5. Si può congelare l'impasto del gnocco fritto?

Sconsigliamo di congelare l'impasto del gnocco fritto. Il processo di congelamento e scongelamento potrebbe alterare la consistenza della pasta, rendendo il gnocco finale gommoso e poco friabile.