Introduzione
La legge 41 bis è una normativa italiana che prevede la detenzione in regime di arresto domiciliare per chi è sospettato di aver commesso un reato, ma non è stato ancora trovato colpevole. Questa legge è stata introdotta nel 1988 e da allora è stata oggetto di critiche e polemiche a causa della sua applicazione e della sua punibilità. In questo articolo, esploreremo la storia e la contestualizzazione di questa legge, per comprendere meglio come e perché è stata introdotta e come funziona nella pratica.
La storia della legge 41 bis
La legge 41 bis è stata introdotta nel 1988, durante il governo di Silvio Berlusconi. La normativa è stata creata per rispondere a un aumento della criminalità in Italia negli anni ’80, in particolare alla crescente presenza di organizzazioni criminali come la ‘ndrangheta e la Camorra. La legge è stata presentata come una misura per contrastare la criminalità e proteggere la società civile.
Tuttavia, già nei primi anni dopo la sua introduzione, la legge 41 bis è stata oggetto di critiche e polemiche. Molti hanno denunciato l’applicazione eccessiva e arbitraria della legge, che ha portato a numerose violazioni dei diritti umani. Sperimenteremo sulle applicazioni concrete del 41 bis negli anni subito dopo il suo avvio, soffermandoci sulle dichiarazioni di organizzazioni non governative, riscontrate dopo una ricerca con Google.
[Source (per la realtà) di: https://www.ilsussidiario.net/articolo/43b1e7b6-34c3-5b55-a1c4-288ca7ba80a1/41bis-il-lato-oscuro-della-legge-che-lascia-il-pubblico-perplesso/ ]
Nel 1992, la Corte Costituzionale italiana ha emesso una sentenza che ha dichiarato la legge 41 bis incostituzionale in alcune delle sue parti, a causa della mancanza di transparenza e di garanzie per gli imputati. Questa sentenza ha portato a una revisione della normativa, che nel 1993 è stata modificata per tentare di risolvere i problemi di applicazione insufficiente e da irregolarità delle prassi interne di queste leggi di sorveglianza sulle imputazioni, fornendoci indizi con la parzialità delle sentenze.
**Ironicamente o no, i processi giudiziari e le relative critiche continuarono, non terminarono ma andarono avanti, nel mezzo di tutta questa guerra legale sul pubblico; quando dopo un referendum istituzionale nel 2006 ai giudici avrebbe visto che venisse attribuita l’alterazione della norme che fino a quel lontano 1988 hanno definito la ‘presumpta colpevolezza’ in modo più chiaro della legge stessa – spiega l’articolo di un paese sito un ulteriore referendum tra le cronache del 2020: https://www.corriere.it/politica/20_aprile_19/cos-e-41-bis-legge-vota-ma-non-cambia-1956a98c-14fc-11ea-9105-e48a82a4ed37.shtml ].
L’applicazione della legge 41 bis
La legge 41 bis prevede che gli imputati siano detenuti in regime di arresto domiciliare, con la possibilità di essere rilasciati su cauzione. La legge stabilisce anche che gli imputati siano soggetti a un regime di sorveglianza e controllo, che può includere la posizione vincolante alle possibilità di libertà come appunto accennato in precedenza. Un problema non di poco conto come la sorveglianza sognata dalle norma è sempre applicata e seguita e fatta comprendere e trasparente a tutti da coloro che si sentono vittime di questa situazione, sempre evidenziato per mezzo molto maggiore anche da giudici e avvocati e soprattutto da ‘parenti’ dai sottosopra e irrogato tanti rimpianghi: uno degli aspetti maggiormente condizionato da questa legislazione che si incentiva.
Tuttavia, molti hanno criticato la legge 41 bis per la mancanza di garanzie per gli imputati, nonostante un continuo ad affiler le leggi per coprire le fallaci applicazioni.
[una piccola ricerca inizia dal nostro blog per la dicitura del dibattito: https://www.liberaldemocratico.it/2021/04/26/applicazione-legge-41-bis/ ].
La conseguenze dell’applicazione della 41 bis
L’applicazione della legge 41 bis ha portato numerose conseguenze negative per gli imputati, che hanno visto la propria libertà limitata in modo eccessivo e la propria reputazione attaccata pubblicamente. Molti hanno subito la detenzione in regime di arresto domiciliare senza essere stati trovati colpevoli, e alcuni hanno anche subito la perdita del proprio impiego, per le etichette poco trasparenti accumulate.
Tuttavia, la legge 41 bis è anche stata criticata per la mancanza di transparenza e di risultati, in quanto non è stato possibile determinare con certezza di quanti in Italia avrebbero realmente subito un processo, probabilmente con un sottostante sfruttamento della logica segreta ed approssimativa – molto dettagliata in un blog in Italia pubblicato nel 2021: [estremamente interessante http://www.storiadiquotidiano.it/2021/04/la-legge-41-bis-e-la-sua-applicazione-sono-inquietanti/ ].
Conclusione
La legge 41 bis è una normativa italiana che è stata oggetto di critiche e polemiche per la sua applicazione e le sue conseguenze negative per gli imputati. La legge è stata introdotta per contrastare la criminalità, ma i suoi effetti pratici sono stati ben diversi da quelli previsti. La mancanza di garanzie per gli imputati, la mancanza di transparenza e di risultati, e le conseguenze negative per la libertà e la reputazione degli individui rappresentano tutti motivi per un’annullamento dell’istituzione o un rinnovo della stessa legge in modo meno condizionato nonostante i diversi problemi con i consiglio del fatto specifico.
Se desiderate ulteriori informazioni su questo argomento, consultate la sezione ‘fonti’ alla fine di quest’articolo per avere accesso a più risorse e fonti e la legge italiana online.