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Il mistero dell’aldilà: il “Tour de France” in “Hereafter” di Clint Eastwood
Il titolo “Hereafter” (Hereafter – Oltremodo in italiano) evoca un viaggio verso l’ignoto, l’aldilà. Ma c’entra qualcosa il Tour de France, la celebre corsa ciclistica francese, con questo film del 2010 diretto da Clint Eastwood? La risposta è sorprendentemente sì, anche se in modo indiretto e altamente simbolico.

Tre vite intrecciate

Hereafter racconta le storie di tre personaggi apparentemente scollegati: Marie (Cécile de France), una giornalista francese che ha una terribile esperienza di pre-morte durante uno tsunami in Indonesia; George (Matt Damon), un operaio americano che sta perdendo la sua connessione con il mondo; e Marcus (Frankie McLaren), un bambino inglese che cerca di contattare suo fratello defunto.

Marie e la ricerca di un segno

Marie, dopo la sua esperienza di pre-morte, è ossessionata dall’idea dell’aldilà. Cerca disperatamente un segno, una prova che la vita continui dopo la morte. Inizia a partecipare a incontri di persone che hanno avuto esperienze simili, sperando di trovare conforto e risposte.
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È durante uno di questi incontri che incontra un uomo che afferma di poter contattare i morti. Le racconta che suo fratello gemello, morto durante il Tour de France, è in grado di comunicare con lui attraverso i sogni.

Il peso del simbolo: il Tour de France

Mentre la storia di Marie si svolge principalmente in Francia e in Indonesia, il riferimento al Tour de France introduce un elemento simbolico potente. Il Tour è una competizione estenuante, un viaggio attraverso paesaggi mozzafiato della Francia, che richiede forza fisica e mentale immensa.

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La scelta di Eastwood di utilizzare il Tour come elemento collegato alla morte non è casuale. La gara stessa è una metafora della vita: una sfida con salite e discese, momenti di gloria e sconfitta. La morte del fratello di quell’uomo diventa, quindi, una metafora per la fragilità della vita, la sua imprevedibilità.

Oltre la competizione: la ricerca di una connessione

Tuttavia, il simbolismo del Tour non si ferma alla morte. La competizione ciclistica è anche un simbolo di resilienza umana, di tenacia e di ricerca di un obiettivo. I ciclisti spingono i loro corpi al limite, lottando per la vittoria, ma anche per superare se stessi.

In questo senso, il Tour de France può essere visto come una ricerca di connessione. I ciclisti cercano di connettersi con la strada, con la loro forza fisica e mentale, e con il proprio sogno di vittoria.

Marie e la corsa verso l’aldilà

Tornando a Marie, il riferimento al Tour de France assume un significato ancora più profondo. La sua ricerca di un segno dall’aldilà può essere vista come una sua personale corsa verso l’ignoto. Proprio come i ciclisti del Tour, Marie sta pedalando verso l’incertezza, cercando di superare i limiti della comprensione umana.

La sua esperienza di pre-morte diventa il punto di partenza di questa corsa. Attraverso gli incontri con persone simili a lei e con l’uomo che dice di contattare i morti, Marie percorre strade tortuose, affronta salite ripide e discese vertiginose.

Oltre il traguardo: la speranza nella connessione

Proprio come il Tour de France non ha un vero e proprio punto di arrivo (la gara finisce a Parigi, ma i ciclisti continuano a competere in altre corse), anche la ricerca di Marie non ha un traguardo definitivo.

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Hereafter non ci offre risposte definitive sull’esistenza dell’aldilà. Tuttavia, il film ci suggerisce che la speranza può essere trovata nella connessione. La connessione con gli altri che hanno vissuto esperienze simili, la connessione con le proprie sensazioni e ricordi, e forse, la connessione con qualcosa che va al di là della nostra comprensione.

Le storie intrecciate e la forza del simbolo

Il sottile intreccio narrativo tra le storie dei tre personaggi e il potente simbolo del Tour de France rende Hereafter un film ricco di significato. Ci spinge a riflettere sulla fragilità della vita, sulla nostra ricerca di un significato nell’aldilà e sull’importanza delle connessioni che creiamo durante il nostro viaggio terreno.

Proprio come i ciclisti del Tour de France, ognuno di noi affronta una sfida personale. Possiamo scegliere di vederla come una competizione contro gli altri o come un viaggio di scoperta. Hereafter ci ricorda che forse la vera vittoria non sta nel raggiungere un traguardo finale, ma nel trovare la forza e la speranza lungo il percorso.