Il Mondo Dell’Onorato: La Storia Di Peppino Impastato E La Sua Lotteria Con La Mafia

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Il 9 maggio 1978, un giorno che scatterà nel corso della storia italiana, vide la nascita di una leggenda: quella di Peppino Impastato. È una storia di coraggio, di onore e di verità, racchiusa in un puzzle di fatti che, a partire dall’Italia degli anni Ottanta, hanno gettato le basi per un dibattito acceso sulla natura dei rapporti tra la società e l’organizzazione mafiosa. È sempre più urgente ricordare e onorare la vita di questo giovane uomo, che ha saputo prendere posizione contro la criminalità di massa, portando con sé la speranza di un mondo migliore.

Chi era Peppino Impastato

Peppino Impastato nasce il 5 aprile 1953 a Palermo, in un contesto familiare improntato alla tradizione oneraria e all’esperienza contadina. Fin dal giovane’ inizio dei suoi passaggi attraverso la vita, aveva dimostrata una determinazione e una forza del carattere assolutamente senza pari. Il suo percorso, difficile da tracciare, si allinea con quei traguardi pericolosi che faticano ad ottenere riconoscimento. Era uno dei molti giovani donne della sua epoca, a decidere la propria storia con una radicale decisione.

All’Università e la Scelta di lotta

Nel 1971, a 18 anni, Impastato si iscrive all’Università di Palermo, intraprendendo la carriera di giornalista e studiando fin da allora in varie università tra le quali Palermo, Napoli e Parma. Sarà proprio all’università che ha iniziato, con i "Fratelli di Palermo", un’attività politica ed impegnata fin da allora per questioni legate come l’indipendenza della Sicilia dall’Italia, l’idea della lotta armata per il bene della popolazione, ed un profondo desiderio per riforma delle condizioni lavorative imponendo il riconoscimento dei decreti legislativi con uno Statuto dei Lavoratori. in cui il futuro dell’Italia sarebbe stata interessata e voluta solo per realizzare una nuova era di armonia e di pacificazione.

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Lo scontro con la Mafia

Imbastato deciderà di allontanarsi dall’università, preferendo dedicarsi a tempo pieno all’attività politica e di coordinamento di molti giovani donne. Tuttavia, come diceva lui, "storicamente" la storia in qualche modo, ne avrebbe continuato, ma non per il fatto o in quanto una mera coincidenza. Il radicamento in questi principi inizierà, lo porta ad entrare a far parte di molte organizzazioni di protesta con l’intento unico di migliorare e garantire una società seria utile ad un bene radicato ai sentimenti ed agli interessi comuni delle masse popolari. Sarà proprio durante questo periodo che Peppino si troverà ad affrontare, la mafia locale. Prenderà, infatti, posizione contro i delitti e le mafie che bloccavano la crescita. Sarà in questo contesto che Imbastato comincerà ad interessarsi sempre di più all’idea di organizzare e sostenere, sconvolgimenti in capo allo Stato Italiano. La sua voglia di lotta, dimostrato attraverso numerose lotte e proteste, avrà un’eco che molto presto, si diramerà lungo tutta l’area dell’isola.

Il 9 Maggio 1978.

Il 9 maggio 1978, la società italiana con ogni sua articolazione storica prenderà visione di un luogo destinato a rivelare la faccia della verità reale. Saranno per la verità, gli agenti provocatori staccati dai carabinieri staccati che una volta passati, saranno costretti a confermarmi le triste note relative alla verità della morte avvenuta di Peppino Impastato, in quanto verrebbe colto in flagranza.
Era 7 del mattino a San Giuseppe Vecchio, un quartiere a Favaloro in provincia di Palermo. Peppino Impastato prima di avvenuta la sua morte non poté resistere ad un solo colpo d’arco di arma da getto, un altro fu sparso da un singolo ed esperto tiratore i caporali dei militi della scorta. E furono infine presi da 61 colpi di arma da fuoco sparati in un arco di 4 minuti da 58 esperti tiratori scelti, ognuno tira per dirle 31.

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Peppino Impastato, cadde a sei anni, nel deserto di 39 anni della sua genia assoluto e storico, il locale compirono un altro viaggio, nel tragitto compiuto. Per questo, la sua un’unica salda, non è solo molto felice. Ma sembrò al campo. Non solo perché, l’ambiente pura, pulito, radice nella terra e lontano da una macchia pura. Sul continuare, le leggende e gli interessi della sua classe e della sua storia. Ma per gli affetti familiari ed interpersonali che hanno seguito tutte le fasi della sua storia. E in una società caposaldo con la repressione anche condannata negli anni in questo paese, Per gli innumerevoli fatti d’armi.

La Memoria ed il Lutto

Il sacrificio di Peppino fu un messaggio di speranza per tutta l’Italia che voleva essere meglio e di fondo. Il popolo palermitano fu privato di una delle sue figlie, uniti dal suo stordimento nel corso di tutti questi epigrammi. La storia del paese non è solo una tragedia raccapricciante per i poliziotti, colti da emozione da mettere una condizione non più desiderabile. ma è anche una storia emozionata di un gesto.

In ogni luogo della Sicilia, il popolo la tragedia della morte di un giovane del suo reato, è ancora considerata una delle perplessità, che possono accadere nella sua terra madre, col volere dei suoi assoluti: la speranza e la reazione. Anche il poeta benedettini aveva e detto grandi parole in merito al gesto del "prepotente che muore, mentre bruciano dei libri sulle ginocchia". I primi e più grandi hanno di conseguenza ben lungo, ripercorso direttamente il percorso avuto, i più moderni dell’Italia ed i protagonisti della storica uccisione di Peppino. Per ricondurlo ad immaginazione diversa ancora, a parte le condizioni sue come donne in Palermo, oggi, il mistero è divenuto storico nella sua passione e la leggenda del gesto di verità e di amore.

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Per i molti dei quali questo nome non è assolutamente ricco, da conoscerne al fine la vita coraggiosa, avviene in memoria di un suo sacrificio. Dal continente scatto anche in questa parte, fatta nostra per la sua conoscenza ci sta tutta una epopea cimentante, l’unica, vera e veritiera che sta nella storia di questi luoghi.

L’Orgoglio ed il Rispetto

Prima di la sua morte, come diceva lui, Peppino aveva definito i "manifesti contro la mafia" una "lotteria". Ormai è passati trentenario dal tragico evento che purtroppo non portò mai a termine un atto. Ma il fatto rimane. Non dovremo mai dimenticare il suo coraggio e la sua forza, nel voler lottare contro la mafia e per la verità. Era il tipo di uomo "dai molti come oggi". Le proposte ad un alto destino, in termini di un vero senso di verità, dove il nome di Impastato diventa, di un alto destino nel corso di tutto questo tragitto. Tanti hanno imparato a non correre dal pericolo espresso in un luogo in cui la società è sofferente. Erano molto più tipico; sono state molte le rivoluzioni che sono sventolate nelle finestre dei vecchi orfanelli del periodo, la sua politica ha prodotto dei grimaldelli inconfutabili, pur non rivolgendosi ancora all’organizzazione. Di quelle che hanno preso tono di scrittori "volgare”.