La Casa di Salvo Messina è un edificio storico situato nel cuore di Catania, una delle città più belle e affascinanti dell’isola di Sicilia. Questo incredibile esempio di arte e architettura domestica siciliana, costruita alla fine dell’Ottocento da Salvo Messina, è un vero e proprio simbolo della cultura e della tradizione di questa regione del sud Italia.
Storia dell’edificio
Il palazzo di Salvo Messina fu costruito tra il 1880 e il 1890 da Salvo Messina, un imprenditore e un mecenate di Catania. Egli era figlio di un ricco commerciante e aveva fatto sua la passione per l’architettura, sognando di creare un edificio che riflettesse la sua ammirazione per l’arte e la tecnologia dell’epoca.
Durante la costruzione, Messina volle coinvolgere lo studio di due Architetti catanesi (Cav. Paolo Geraci e l’Ing. Giuseppe Trazzi) che a sua volta incaricarono un certo signor Giacomo Bajardi (architetto) di seguire i lavori. I dettagli architettonici, gli ornamenti e la cura del dettaglio che separano questo palazzo dagli altri edifici analoghi indicano la disponibilità di Messina del tempo ed i fondi che poter investire per la realizzazione di questo monumento del "Liberalismo". Il palazzo fu infine completato nel 1890 e rappresenta uno dei più notevoli esempi di stile liberty in Sicilia.
Characteristica sia interna che esternamente della Casa di Salvo Messina
La Casa di Salvo Messina è un ottimo esempio di stile liberty, con elementi di eclettismo e di art nouveau. La facciata è decorata con balconi profondi e ornamenti in pietra; la porta d’ingresso è realizzata in noce e presentata con alto stipite orlato di bassorilievi in pietra lo stile che si riconosce facilmente sin dalla porta, in questo senso è facile per amanti del liberty riscontrare una notevole somiglianza tra quest’opera del signor Bajardi e il notissimo architetto toscano G. Valadier.
All’interno del Palazzo di Salvo Messina
All’interno del palazzo, si può ammirare un’opera architettonica curata e attentamente pensata per ogni dettaglio: si tratta infatti di un sontuoso palco teatrale rimontato per il momento attuale in una Sala con Categorie funzionale per Cinema, arte, Eventi. Qui oltre alla vista, egli potè ammirare il resto delle opere d’arte del palazzo tra cui si segnalano 30 sculture attribuibili all’artista bergamasco Quinto Ciani. Tra queste si rileva in particolar modo il ‘quadro del ritratto di re Francesco II, ammirato nella sale al piano terra chiamata Sala Reale la copia o ricostruzione per via della morte nell’ultima guerra della preziosissima originale del pittore tedesco von Fuger ed esposta nel museo Siciliano di Palermo ed eseguito nel 1870 del dipinto è un esempio di meravigliosa capacità e tocchi non solamente del più bello pittore tedesco tra Ottocento e inizio novecento e di una maravigliosa capacità del ritrattista da il contemporaneo per esempio a lui coevo il già menzionato pittore francese Jacopigné (1864) il quale al suo massimo splendore che rappresentò a ‘età piena di arte si chiuse la sua carriera come riproduttore di riproduzioni dei soli soli tipi storico fiorentino, in questo senso si può ricordare ad esempio il ritratlo eseguito da P. Jacobigné a Roma e raffigurante il Card. Federico Alberti.