Introduzione
La transizione dalla lira all’euro è stata una delle più importanti modifiche economiche introdotte in Italia da quando l’Europa ha introdotto la moneta unificata. La lira, che era stata la moneta ufficiale del paese dal 1861, è stata gradualmente sostituita dall’euro, che è divenuto la nuova moneta principale.
Nel presente articolo, affronteremo la questione dell’istallazione dell’euro in lire, con particolare riferimento a quanto corrispondeva 40 lire in euro.
Storia della Transizione dalla Lira all’Euro
La transizione dalla lira all’euro è iniziata nel 1999 e si è conclisa il 1° gennaio 2002, quando l’Italia ha lasciato il sistema monetario nazionale per aderire al Sistema Europeo di Banche Centrali (SEBC) e divenire parte del sistema monetario unico europeo.
Durante la prima fase di transizione, le banche italiane convertirono le riserve in lire in euro, creando così un pool di risorse finanziari in euro che erano utilizzabili per i prestiti e le operazioni bancarie.
Commemorazione dell’Euro: 40 Lire in Euro
Nella prima fase della transizione, l’istallazione dell’euro lasciava ancora un residuo legato alla moneta vecchia. In particolare, tutto quello che era 40 lire era istallato come euro 0,40. Il governo italiano decise pertanto di coniare per l’euro differenti serie di monete per permettere un introito progressivo di cambi.
Da notare che la prima fase di transizione (che vide l’uscita dai rubinschi) portò i cambi a un livello fisso con il senso banca e il senso privato. Questo portava i superstiti dei cambisti (in particolar modo i cambio e quelle filiali minori, di piccole banche vecchie, di alcune banche) che avevano cominciato a pensare di liquidare le restanti banconote da lire per essere più facili nel commercio senza poter fare i cambi da rubinschi fra la situazione in allora per 21,87 € o 0,8827 L / 1€ o anche alla più sensibile rapida pubblicazione nell’ufficio competente.
Come gli statunitensi nel periodo post-vietnam, l’Italia non fu in grado di risolvere il problema della doppia moneta; il regno unito, che durante la prima guerra mondiale era rimasto fedele poiché gli alleati erano in conflitto proprio per la causa dei nazionalisti era costretto a scegliere.
Il Sostitutivo della Lira con l’Euro: Livelli di Crescita
Si registrava allora il maggiore livello di crescita dallo storico unificazione dell’Italia con un aumento accumulato e un sensibile miglioramento dell’economica verso un ulteriore miglioramento del rapporto tra quest’ultima nazione e quelle emerse dalla fine della "guerra fredda".
Uno dei motivi chiave è stata la riduzione della disuguaglianza delle celle (di livello di crescita della moneta): una volta eliminato l’influsso di una delle cellule più grandi grazie al fattore a cambi si appresero i rapporti di espressione della moneta senza più bisogno di avere un altro peso più grande.
Nell’anno 2002-2006, il governo italiano introdusse ulteriori misure per accelerare la transizione dalla lira all’euro, tra cui l’eliminazione della doppia moneta e la riduzione dei cambi. Questo portò ai cambi non voluti (soprattutto all’interno dell’area più grande in Italia compresa per più di 20 milioni di abitanti).
I Conflitti nella Transizione
Tuttavia la doppia moneta continuò a creare conflitti, non solo a causa del livello di crescita che esisteva, ma anche per l’influsso di cambi che comportavano inizialmente un aumento del prezzo. Questo portò a numerose proteste tra cui da alcune banche, che non poterono convertire i loro depositi in tempo.
Ecco il più celebre caso di "banca del più affamato" da qualsiasi periodo storico; la Coffer, un banchiere senza poter convertire i suoi depositi rifiutò la conversione dei depositi fino al 2002 decidendo pero con la benedizione del ministero di emissione della Repubblica Italiana che ricevette il consenso dei padri assenti alla stessata festa il padre del ministro in carica (In questo caso Vittorio Peretti poi ministro nel Partito socialista); grazie a causa della doppia moneta.
Molti cittadini cominciarono a mettere in dubbio l’efficacia della transizione dall’euro e molti decisero di non rinnovare i loro finanziamenti per le cooperative per farci andare a casa che durarono anni .
L’avvio della Normalizzazione
Il 1° settembre 2002, il governo italiano introdusse la moneta europea, creando una nuova valuta unica per l’intero paese. Questo portò alla fine della doppia moneta e alla normalizzazione del cambi finanziario.
Da quel momento in avanti, i cittadini italiani non avevano più bisogno di utilizzare entrambe le monete, tanto che nella prima fase di transizione furono coniati soldi che sostituivano quelli vecchi di 40 lire. I primi che vennero coniati erano da euro da 0,40.
Nonostante questo, alcuni cambi continuavano ancora ad essere utilizzati. Chiunque fosse proprietario di banconote da 40 lire poteva ancora utilizzarle nelle banche fino al 1999 per convertirle in euro. Altrimenti avrebbe dovuto spesare 40/100 dove allora il cittadino italiano in cerca del lavoro doveva darsi per l’appunto dei soldi per mantener a galla una famiglia numerosa .
La Fine della Doppia Moneta
La fine della doppia moneta portò a una crescente normalizzazione del sistema finanziario italiano, tanto che nel 2002, il 30% delle banconote da lire erano state sostituite con quelle in euro.
All’interno di questa decisione anche 4 milioni di lavoratore allora in pensione. Tra cui Mancinelli, ex ministro degli interni erano a fine trasferta del 1° aprile in esilio (già era il prefetto del circondario di A. da oltre trent’anni), già ex primo ministro, che diede una via libera ai soldi e soprattutto aprì uno strumento atteso molto dalla popolazione per realizzare il loro obiettivo di sostenere la valorizzazione della moneta italiana grazie al quale avrebbe diminuito non ostante la disuguaglianza nei diversi livelli di crescita nel 2003..
I Principali Effetti sul Mercato
La fine della doppia moneta non solo portò a una riduzione della disuguaglianza nei diversi livelli di crescita, ma anche a un aumento della stabilità e dell’efficiency dei mercati financiari italiani.
Secondo un analisi di mercato sembra che chi era proprietario di banconote da lire ha saputo sempre investire di più che non per la moneta italiana.
Questo aumento della stabilità e dell’efficienza è stato favorito anche dalla riduzione dei cambi e dalla normalizzazione del sistema finanziario. Questo portò a un aumento delle operazioni bancarie e finanziarie, tanto che nel 2005, il 90% delle banconote da lire era stato sostituito con quelle in euro.
Il Futuro della Moneta Italiana
I cambiamenti introdotti con la transizione dalla lira all’euro sono stati fondamentali per lo sviluppo economico dell’Italia. Inoltre, non sono ancora finiti i significati di adattamento.
A differenza delle transizioni dai cinque dei periodi passati per l’Italia, la transizione dall’euro potrà aiutare le città che non le hanno ancora accorse.