Svelato il Segreto per Evitare Errori Imbavaglianti con i Tempi Verbali Italiani: “…temporum regit…” NON ti farà Paura MAI Più! …temporum regola le concordanze dei verbi

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Fremi al pensiero di “…temporum regit concordantias”? Ti confondi con i tempi verbali italiani? Scopri il segreto per usarli con sicurezza! Questa guida completa spiega la concordanza dei tempi in modo semplice e pratico. Eviterai errori imbarazzanti e padroneggerai l’italiano scritto e parlato come un professionista!

Il misterioso mondo della concordanza dei tempi: come “…temporum regola…”

Ah, la grammatica italiana! Un territorio affascinante quanto a volte frustrante, con le sue regole che sembrano nascondere segreti antichi. Oggi ci addentriamo in uno degli argomenti più temuti dagli studenti (e non solo): la concordanza dei tempi verbali, spesso indicata con la locuzione latina “…temporum regit concordantias” (il tempo regola le concordanze).

Ma niente panico! Sveleremo insieme i misteri di questa regola grammaticale, analizzando il suo funzionamento e fornendo esempi pratici per una padronanza impeccabile.

Che cos’è la concordanza dei tempi?

La concordanza dei tempi, o consecutio temporum, stabilisce la relazione temporale tra i verbi di una frase composta, ovvero formata da più proposizioni. In parole povere, il tempo del verbo nella proposizione principale influenza il tempo del verbo nella proposizione subordinata.
...temporum regola le concordanze dei verbi
Immaginiamo una frase composta da due proposizioni: una principale e una subordinata. La principale rappresenta l’azione principale della frase, mentre la subordinata fornisce un’informazione aggiuntiva che può specificare il momento, la causa, la conseguenza o un’altra relazione con l’azione principale.

La concordanza dei tempi entra in gioco proprio per garantire la coerenza temporale tra le due proposizioni. Ad esempio, se la proposizione principale è al passato remoto (“Marco partì”), non possiamo avere una subordinata temporale al presente (“mentre studia italiano”) perché non sarebbero logicamente collegate.

I due regni del tempo: tempi principali e tempi storici

Per comprendere la concordanza dei tempi, dobbiamo dividere i verbi in due categorie:

  • Tempi principali: presente, futuro semplice e futuro anteriore. Questi tempi indicano azioni che si svolgono nel presente, in un futuro rispetto al momento in cui parliamo o anteriori ad un altro momento futuro.
  • Tempi storici: passato prossimo, imperfetto, remoto, trapassato prossimo e trapassato remoto. Questi tempi indicano azioni concluse rispetto al momento in cui parliamo.

La scelta del tempo del verbo nella proposizione subordinata dipende dal tempo del verbo nella proposizione principale e dal tipo di congiunzione (o infinito) che le collega. Vediamo ora i casi specifici.

Proposizioni soggettive e oggettive: al servizio del verbo reggente

Le proposizioni soggettive e oggettive sono introdotte rispettivamente da “che” e “che” o “chi”. In questi casi, la scelta del tempo nella subordinata dipende dal tempo della proposizione principale.

1. Proposizione principale al presente, futuro semplice o futuro anteriore

Se la proposizione principale è al presente, futuro semplice o futuro anteriore, il verbo della subordinata può essere al presente, passato prossimo o futuro semplice. Vediamo alcuni esempi:

  • Presente: Penso che capisca il problema (contemporaneità).
  • Presente: Spero che abbia capito il problema (azione conclusa ma con rilevanza per il presente).
  • Futuro semplice: Domani controllerò se ha capito il problema (azione futura rispetto al momento del parlare).
  • Futuro anteriore: Quando arriverà, le chiederò se avrà capito il problema (azione futura rispetto ad un’altra azione futura).

2. Proposizione principale al passato prossimo, imperfetto, remoto, trapassato prossimo o trapassato remoto

Se la proposizione principale è al passato, il verbo della subordinata deve essere al passato. Tuttavia, il tempo specifico del passato usato nella subordinata dipende dalla relazione temporale con la principale:

  • Passato prossimo: Credevo che capisse il problema (contemporaneità rispetto al passato prossimo).
  • Passato prossimo: Pensavo che avesse capito il problema (azione conclusa prima del passato prossimo).
  • Imperfetto: Raccontava sempre che capiva il problema (azione abituale o continuativa nel passato).
  • Remoto: Non sapevo che avesse capito il problema (azione conclusa prima del remoto).
  • Trapassato prossimo: Quando arrivò, gli chiesi se avesse capito il problema (azione conclusa prima di un’altra azione passata).
  • Trapassato remoto: Mi aveva detto che non capiva il problema (azione conclusa prima di un’altra azione passata).

Proposizioni temporali: un viaggio nel tempo

Le proposizioni temporali indicano il momento in cui si svolge l’azione espressa dalla proposizione principale. La scelta del tempo nella subordinata dipende dal tipo di congiunzione temporale utilizzata:

  • Congiunzioni che esprimono contemporaneità: “mentre”, “quando”

In questo caso, il tempo del verbo nella subordinata deve essere lo stesso del verbo nella proposizione principale, a patto che si tratti di tempi principali o tempi storici corrispondenti (presente con presente, passato prossimo con passato prossimo, ecc.). Vediamo alcuni esempi:

  • Presente: Lavoro mentre lui studia (contemporaneità).
  • Passato prossimo: Ho mangiato quando sei arrivata (contemporaneità).
  • Futuro semplice: Andremo al cinema quando finirà di piovere (contemporaneità).
  • Congiunzioni che esprimono anteriorità: “prima che”, “appena”, “dopo che”, “finché”

Se la proposizione temporale indica un’azione avvenuta prima di quella espressa dalla principale, il verbo della subordinata deve essere al passato. Il tempo specifico del passato utilizzato dipende dalla relazione temporale con la principale:

  • Presente, futuro semplice o futuro anteriore: Non esco prima che smetta di piovere (azione futura rispetto al presente e anteriore a quella della principale).
  • Passato prossimo, imperfetto o remoto: Non uscii prima che smettesse di piovere (azione futura rispetto al passato prossimo e anteriore a quella della principale).
  • Passato prossimo: Appena ebbe finito di mangiare, uscì (azione conclusa prima del passato prossimo).
  • Imperfetto: Aspettavo finché arrivasse (azione continuativa nel passato fino a un momento preciso).
  • Congiunzioni che esprimono posteriorità: “dopo che”, “non appena”, “finché non”

Se la proposizione temporale indica un’azione successiva a quella espressa dalla principale, il tempo del verbo nella subordinata può variare a seconda del contesto:

  • Presente o futuro semplice: Dopo che mangia, va sempre a correre (azione abituale successiva al presente).
  • Futuro semplice: Non appena finirà di piovere, usciremo (azione futura successiva a un’altra azione futura).
  • Passato prossimo, futuro anteriore o condizionale: Dopo che ebbe finito di mangiare, sarebbe uscito (azione successiva al passato prossimo, ma con sfumatura di irrealtà).

Proposizioni finali: verso un obiettivo

Le proposizioni finali esprimono lo scopo o la finalità dell’azione espressa dalla proposizione principale. La scelta del tempo nella subordinata dipende dal rapporto di contemporaneità o posteriorità rispetto alla principale:

  • Presente o futuro semplice: Vado in palestra perché mi mantenga in forma (contemporaneità o azione successiva abituale).
  • Futuro anteriore: Studierò tutta notte affinché domani possa superare l’esame (azione successiva rispetto a un’altra azione futura).
  • Condizionale presente o passato: Studiavo tutta la notte perché potessi superare l’esame (azione successiva con sfumatura di irrealtà rispetto al passato o al presente).

Proposizioni causali: perché accadono le cose?

Le proposizioni causali esprimono la causa dell’azione espressa dalla proposizione principale. La scelta del tempo nella subordinata dipende dal rapporto di contemporaneità o anteriorità rispetto alla principale:

  • Presente o futuro semplice: Non esco perché piove (contemporaneità).
  • Passato prossimo, imperfetto o remoto: Non uscii perché pioveva (anteriorità).
  • Condizionale presente o passato: Non sarei uscito se avesse piovuto (azione irreale rispetto al presente o al passato).

Proposizioni concessive: nonostante tutto

Le proposizioni concessive esprimono un’azione in contrasto con quanto affermato dalla proposizione principale. Il tempo del verbo nella subordinata dipende dal tempo della principale:

  • Presente, futuro semplice o futuro anteriore: Lavoro sodo sebbene sia stanco (contemporaneità).
  • Passato prossimo, imperfetto o remoto: Lavoravo sodo sebbene fossi stanco (anteriorità).

Proposizioni condizionali: ipotesi e conseguenze

Le proposizioni condizionali esprimono un’ipotesi e la sua conseguenza. Il tempo del verbo nelle due proposizioni dipende dal tipo di periodo ipotetico utilizzato:

  • Primo periodo ipotetico (periodo irreale): esprime un’ipotesi contraria al reale. Il verbo della protasi (proposizione ipotetica) è al congiuntivo imperfetto e il verbo dell’apodosi (proposizione conseguenza) è al condizionale presente.
  • Esempio: Se piovesse (protasi), non uscirei (apodosi).
  • Secondo periodo ipotetico (periodo possibile): esprime un’ipotesi che potrebbe verificarsi. Il verbo della protasi può essere al presente indicativo o al congiuntivo presente, mentre il verbo dell’apodosi è al futuro semplice.
  • Esempio: Se piove (protasi indicativo), non esco (apodosi); Se piovesse (protasi congiuntivo), non uscirei (apodosi).
  • Terzo periodo ipotetico (periodo irreale del passato): esprime un’ipotesi contraria a un fatto accaduto nel passato. Il verbo della protasi è al congiuntivo trapassato imperfetto e il verbo dell’apodosi è al condizionale passato.
  • Esempio: Se avesse piovuto (protasi), non sarei uscito (apodosi).

Proposizioni consecutive: causa ed effetto

Le proposizioni consecutive esprimono la conseguenza dell’azione espressa dalla proposizione principale. La scelta del tempo nella subordinata dipende dal rapporto di contemporaneità o posteriorità rispetto alla principale:

  • Indicativo presente o futuro semplice: Fa così caldo che sudo (contemporaneità).
  • Indicativo passato prossimo o condizionale presente: Ha fatto così caldo che ho sudato (conseguenza rispetto al passato prossimo).
  • Congiuntivo presente o passato: È così bello che te lo racconterò (conseguenza con sfumatura di irrealtà).

Proposizioni modali: come, quanto e in che modo

Le proposizioni modali esprimono il modo in cui si svolge l’azione espressa dalla proposizione principale. Il tempo del verbo nella subordinata dipende dal tempo della principale:

  • Presente, futuro semplice o futuro anteriore: Parlo come mi hanno insegnato (contemporaneità).
  • Passato prossimo, imperfetto o remoto: Parlava come gli avevano insegnato (anteriorità).

Proposizioni infinitive e participiali: verbi “mascherati”

Le infinitive e i participi sono forme non finite del verbo che possono svolgere funzioni verbali all’interno di una frase. Anche in questi casi, la scelta del tempo dipende dal tempo della proposizione reggente:

  • Infinitivo presente o passato: Voglio partire domani (infinito presente con valore futuro).
  • Infinito passato: Mi ha detto di essere partito ieri (infinito passato con valore passato rispetto alla proposizione reggente).
  • Participio presente: Studiando tutta la notte, ho superato l’esame (participio presente con valore contemporaneo alla principale).
  • Participio passato: Fatto il compito, sono uscito (participio passato con valore anteriore alla principale).

Esercizi per allenarsi!

Mettere in pratica le regole della concordanza dei tempi è fondamentale per una padronanza impeccabile dell’italiano. Ecco alcuni esercizi per allenarsi:

  1. Completa le frasi scegliendo il tempo verbale corretto nella proposizione subordinata:
    • Penso che lui (capire) il problema. (presente/abbia capito/sia capito)
    • Non uscirò prima che (smettere) di piovere. (smetta/abbia smesso)
    • Studierò di più affinché (riuscire) a superare l’esame. (riesca/sia riuscito)
  2. Individua le proposizioni subordinate e indica il tipo di rapporto temporale espresso:
    • Mentre leggevo un libro, mi ha telefonato. (contemporaneità)
    • Se avessi studiato di più, avrei preso un voto migliore. (irreale del passato)
    • Dopo che ha finito di mangiare, uscirà a fare una passeggiata. (posteriorità)
  3. Riscrivi le frasi al passato:
    • Domani ti chiederò se hai capito la lezione. (passato prossimo)
    • Lavoro sodo perché voglio ottenere una promozione. (passato prossimo)

Con un po’ di pratica e l’aiuto di queste regole, la concordanza dei tempi diventerà un gioco da ragazzi! Non dimenticate di consultare un buon libro di grammatica o un dizionario italiano per approfondire ulteriormente l’argomento.